TRENTO «Se vuoi campare tranquillo mettiamoci d`accordo». Così il sindacalista della Fit Cisl del Trentino, arrestato dai carabinieri con l`accusa di estorsione, avrebbe cercato di convincere il capo del personale della ditta di trasporti di Trento, originario di Reggio Calabria, di versargli 400 euro al mese, «per risolvere ogni eventuale vertenza futura con gli operai». Il sindacalista arrestatoBossini, è Giovanni Bossini, ex segretario responsabile della Fit Cisl del Trentino, attualmente membro della segreteria, operaio in una ditta di trasporti. L`ammontare della somma sarebbe stata calcolata in base al numero degli addetti dell`azienda, circa 90. Non vedendo arrivare i soldi richiesti – hanno reso noto i carabinieri – il sindacalista avrebbe poi inviato alla vittima numerosi sms e poi, dopo aver ricevuto un anticipo di 500 euro, avrebbe sollecitato il resto della somma, 1.500 euro, con il pretesto di «tenere buone altre persone». Al momento comunque – precisano i carabinieri – nella vicenda non risultano coinvolti altri componenti del sindacato di categoria. Indagini però proseguono per accertare se il sindacalista abbia messo in atto altre estorsioni. Perquisito dopo l`arresto, l`uomo aveva addosso, oltre alla somma consegnatagli dal capo del personale, altri 700 euro. Secondo quanto accertato dagli inquirenti, il sindacalista aveva contattato l`estate scorsa lo stesso dirigente della ditta, che ha la sede a Gardolo di Trento, all`indomani dell`acquisizione di un grosso appalto. In un primo tempo l`uomo avrebbe detto che la somma era destinata a operai in cassa integrazione, poi avrebbe ammesso che i soldi erano per sé. Bossini, secondo i carabinieri, nei contatti avuti con la vittima della presunta estorsione ha agito con molta disinvoltura, prefigurando la richiesta di un vero e proprio pizzo.
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