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Rifiuti illeciti, il sindaco di Casignana sospeso dall`incarico

REGGIO CALABRIA Il prefetto di Reggio Calabria, Luigi Varratta, ha sospeso dalla carica il sindaco di Casignana, Pietro Armando Crinò, dopo l`arresto. Il primo cittadino è finito ai domiciliari nel…

Pubblicato il: 25/11/2011 – 17:44
Rifiuti illeciti, il sindaco di Casignana sospeso dall`incarico

REGGIO CALABRIA Il prefetto di Reggio Calabria, Luigi Varratta, ha sospeso dalla carica il sindaco di Casignana, Pietro Armando Crinò, dopo l`arresto. Il primo cittadino è finito ai domiciliari nell`ambito dell`inchiesta “Black Garden” della Procura di Reggio Calabria che ha fatto luce sulla gestione della discarica di Casignana. La guida dell’amministrazione comunale, al momento, rimane affidata al vicesindaco.
BLACK GARDEN L`operazione ha svelato un sistema messo in atto per lo smaltimento illecito di rifiuti che avrebbero avvelenato un torrente finendo in mare sotto forma di percolato. Crinò è anche il proprietario della discarica ed è politicamente vicino al governatore Scopelliti. Era stato rieletto alla guida dell`amministrazione comunale con una lista civica dal nome inequivocabile “Ambiente e sviluppo”. Assieme a lui è stato arrestato anche il fratello Antonio Giovanni Crinò, responsabile tecnico della ditta “Zetaemme” che gestisce la discarica della Locride. I domiciliari sono stati disposti pure per il socio della “Zetaemme”, Giuseppe Saverio Zoccoli, e per l’architetto del Comune di Casignana Massimo La Fronte. Tra gli indagati anche Giorgio Stiriti, direttore tecnico della “Leonia” (società che si occupa della gestione dei rifiuti e della quale il Comune di Reggio Calabria detiene il 51 % delle quote); il sindaco di Gioiosa Jonica Mario Mazza. L’indagine ha accertato un traffico illecito di rifiuti e uno scorretto smaltimento del percolato che, veniva, prima sversato nel vallone Rambotta e poi arrivava direttamente al mare. Questo consentiva alla ditta “Zetaemme” di risparmiare sulle normali procedure che dovevano essere adottate per smaltire il percolato. Gli indagati – secondo l`accusa – abbancavano i rifiuti solidi urbani in aree della discarica consortile, non autorizzate e senza isolamento dal terreno con apposita geomembrana. Inoltre, omettevano di provvedere alla copertura e compattazione giornaliera dei rifiuti. Infine, venivano conferiti rifiuti pericolosi non ammissibili in discarica dove confluivano anche rifiuti solidi urbani di persone non autorizzate.

Operazione “Black Garden” -1-
“Black Garden” – 2 –

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