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Viale Parco o Mancini? Se Occhiuto e Cavalcanti litigano sulla toponomastica

COSENZA L’ecumenismo attorno al progetto della metroleggera è finito. Dopo le prove generali di unanime soddisfazione che si sono tenute due giorni fa presso il comune di Cosenza, subito il centro …

Pubblicato il: 26/11/2011 – 10:39
Viale Parco o Mancini? Se Occhiuto e Cavalcanti litigano sulla toponomastica

COSENZA L’ecumenismo attorno al progetto della metroleggera è finito. Dopo le prove generali di unanime soddisfazione che si sono tenute due giorni fa presso il comune di Cosenza, subito il centro destra tenta di rivendicare l’intero merito dell’approvazione della Commissione europea e dell’aver trovato le risorse necessarie. In uno dei saloni di palazzo Arnone infatti un riesumato “Club delle libertà”, ha ripresentato alla città il progetto. Gegè Caligiuri, parlamentare pidiellino e sin dagli inizi coordinatore calabrese del partito di Berlusconi, faceva il padrone di casa, introducendo il tema, mentre il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, l’assessore Giacomo Mancini e il presidente della commissione parlamentare per i trasporti,  Mario Valducci, stavano attorno. Presente per necessità di ruolo, ma certamente fuori spartito, il sindaco di Rende, Cavalcanti, che proprio in concomitanza dell’incontro aveva mandato a Occhiuto una lettera per proporre la nascita concreta dell’Unione dei comuni. Idea che è stata subito minimizzata da Occhiuto, come del resto era successo già in altre recenti occasioni. Il sindaco di Cosenza accantona la proposta che viene dal comune di Rende e rilancia. «Facciamo subito la città unica», dice Occhiuto sfidando il suo interlocutore, ma soprattutto ribadendo, con assoluta decisione, che la città unica a cui pensa «è la città di Cosenza, con il suo centro storico, i suoi fiumi, la storia, la tradizione». Poi, più esplicitamente ha affermato di essere «per la città unica, non per l’unione dei comuni», rilanciando un concetto di politica che gli sembra più legato al fare che non al parlare.
Eppure ogni passo verso una qualunque forma di ufficializzazione della conurbazione tra Rende, Cosenza e Castrolibero, deve passare attraverso procedure formali e rigorose. In realtà, l’incontro è per Occhiuto l’occasione per affermare ancora alcune cose. Per esempio che non è ammissibile che Cosenza diventi periferia, che deve riconquistare centralità, evidentemente accentrando ruoli e funzioni, riappropriandosi, anche in forma lessicale, dei luoghi, per cui «l’università non deve essere di Rende ma di Cosenza». Una seria di colpi che a Cavalcanti e ancor meno a Sandro Principe, seduto in prima fila, non saranno andati giù per nulla. Dopo la premessa politica, sulla priorità di Cosenza, Occhiuto ha esposto i miglioramenti che al progetto originale saranno apportati e anche questi appaiono all’insegna di una grande Cosenza, con viale Parco destinato a restare arteria verde anche con l’avvento dei binari della metro. Su questo si è aperto un siparietto marginale, ma rappresentativo del clima  che si è instaurato. Infatti Cavalcanti ha corretto Occhiuto, dicendo che quella via si chiama viale Giacomo Mancini e il sindaco del capoluogo ha replicato piccato che «a Cosenza tutti lo chiamano viale Parco, se sei di questa città, dovresti saperlo». Il tutto nel silenzio distratto di Mancini, assessore di Scopelliti. Garbata la replica del sindaco di Rende, preoccupato molto che malgrado gli impegni assunti, i fondi si perdano, ma anche pignolo nello spiegare che immaginando una città c’è molto di più che la mobilità e il progettare le stazioni, «ma c’è cultura politica, necessaria per fare quel salto di qualità necessario al territorio». Un suggerimento a volare alto, a rassegnarsi alla necessità della rinuncia di quote di sovranità per andare alla ricerca di una reale condivisione delle scelte, soprattutto nel rispetto delle decisioni già assunte dai consigli comunali delle due città.

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