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Rigore, equità e riforma assistenziale

Caro direttore, sul sito del Corriere della Sera on line del 25 novembre ho letto con piacere, in un articolo di Mario Sensini, che Bersani ha rilasciato una dichiarazione contro i tagli all`assist…

Pubblicato il: 26/11/2011 – 12:37
Rigore, equità e riforma assistenziale

Caro direttore, sul sito del Corriere della Sera on line del 25 novembre ho letto con piacere, in un articolo di Mario Sensini, che Bersani ha rilasciato una dichiarazione contro i tagli all`assistenza sociale che ho molto apprezzato: «C`è da correggere la manovra alle nostre spalle; non è credibile reperire 20 miliardi di euro da un taglio dell`assistenza. Bisogna fare altro, bisogna che chi ha di più dia di più».
Con la manovra approvata in estate il governo Berlusconi ha previsto una riduzione di 145 miliardi di euro nel periodo 2011–2014.  La voce più rilevante, pari al 27% del totale, è costituita dai tagli derivanti dall’approvazione della riforma fiscale e assistenziale, stimati complessivamente pari a 40 miliardi.
Ciò mentre i risparmi dei costi della politica nella manovra sono stati previsti solo di 16 milioni di euro dal 2013. Inoltre il contributo di solidarietà, pari al 3% della quota dei redditi eccedenti i 300.000 euro, permette un incremento delle entrate solo di 342 milioni di euro. Da sottolineare che è stata ritenuta iniqua la soglia di reddito di 90.000 euro fissata in un primo momento
Considerando che le pensioni di invalidità e le indennità di accompagnamento delle persone con gravi disabilità sono pari a 17 miliardi annui, con la manovra approvata è stata cancellata di fatto gran parte dell’assistenza alle persone non autosufficienti, la metà dei quali ha oltre 80 anni.
È veramente sorprendente che in un silenzio assordante, finora anche da parte di molti esponenti della sinistra e del mondo cattolico, si sia deciso di abbandonare al loro destino le  persone più fragili ed indifese. Prevedendo di togliere a gran parte delle persone con grave disabilità il 100% dei sostegni, si metterebbe certamente a rischio la loro sopravvivenza.
Da sottolineare che in Europa, tranne che in Italia, Grecia ed Ungheria, è previsto un reddito minimo di cittadinanza. Nel nostro paese si è deciso di toglierlo addirittura ai soggetti più fragili, anziché estenderlo soprattutto in un periodo di crisi come quello attuale, non tendendo conto dei costi umani di queste manovre.
Il presidente Monti con grande sensibilità sociale ha dichiarato di puntare non solo su rigore ma anche su equità.  
Inevitabilmente perderebbe però consensi se dovesse lasciare invariata la manovra del precedente governo, criticata anche dalla Corte dei Conti,  in aperto contrasto anche con i principi fissati dalla Costituzione e con la recente risoluzione approvata del Parlamento europeo, contraria ai tagli dei fondi per gli 80 milioni di persone con disabilità.

Vincenzo Gallo
padre di un ragazzo con disabilità

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