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Don Panizza: «L`Asp di Catanzaro taglia le terapie per i disabili»

LAMEZIA TERME «Denunciamo l`assurda e dannosa interruzione delle terapie, recentemente determinata dall`Asp di Catanzaro nei confronti di persone con disabilità che ne hanno estremo bisogno e sopra…

Pubblicato il: 26/11/2011 – 15:54
Don Panizza: «L`Asp di Catanzaro taglia le terapie per i disabili»

LAMEZIA TERME «Denunciamo l`assurda e dannosa interruzione delle terapie, recentemente determinata dall`Asp di Catanzaro nei confronti di persone con disabilità che ne hanno estremo bisogno e sopratutto diritto inalienabile». Lo ha affermato don Giacomo Panizza, responsabile della comunità “Progetto Sud” di Lamezia Terme nel corso della conferenza stampa che si è svolta oggi nella sede della comunità in via Reillo. «L`Asp di Catanzaro – ha spiegato don Giacomo – ha deciso di tagliare un congruo numero di terapie ai disabili che frequentano la comunità “Progetto Sud”, tramite un contratto firmato il 3 agosto 2011 e che pretende di far valere non da quel giorno ma da otto mesi prima, dal primo dell`anno. Questo ritardo, dovuto esclusivamente all`Asp, al di là del merito, non consente al nostro Centro di riabilitazione di riprogrammare gli interventi, poiché l`Asp stessa insiste nel tagliare il tutto nei pochi mesi restanti». Il direttore generale Mancuso, ha proseguito don Giacomo Panizza, «il 24 novembre mi scrive una lettera nella quale mi dice che alle persone con disabilità oltre i 18 anni a cui toglie comunque la terapia, ci penserà in via diretta l`azienda sanitaria con i propri servizi, eventualmente per il tramite del servizio di assistenza domiciliare, ove possibile. Per questo vogliamo smascherare il castello di fandonie di chi sconsideratamente arreca danno a persone già indebolite a causa di malattie e disabilità». Se l`Asp avesse questo personale disponibile per le terapie, si chiede il responsabile di “Progetto Sud”, «perché non cura gli ammalati che ne hanno bisogno? Come mai l`Asp ha una lista d`attesa di persone con disabilità, anche gravissime, che non ricevono terapie? E come mai abbiamo noi una lista d`attesa di 110 persone che non possiamo risolvere?». Nel concludere il suo intervento don Giacomo ha detto: «Noi oggi contestiamo lo sbaglio disumano, indegno di essere denominato scelta ragionevole o scientifica o politica o economica di un apparato che si chiama sanità». Da qui l`appello di don Giacomo: «Non tagliare le terapie ma potenziare tutti i servizi territoriali, ampliarli e farli funzionare al meglio».

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