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«Calabria sempre più emarginata»

REGGIO CALABRIA La Cgil si mobilita contro il taglio dei treni in Calabria. Fausto Orsomarso e Peppe Raffa, invece, si defilano. Si è svolto oggi pomeriggio un dibattito pubblico nelle sede della P…

Pubblicato il: 28/11/2011 – 19:45
«Calabria sempre più emarginata»

REGGIO CALABRIA La Cgil si mobilita contro il taglio dei treni in Calabria. Fausto Orsomarso e Peppe Raffa, invece, si defilano. Si è svolto oggi pomeriggio un dibattito pubblico nelle sede della Provincia di Reggio per trovare delle proposte bipartisan ma soprattutto per analizzare la situazione dei trasporti ferroviari in Calabria che, a partire dal 12 dicembre, subiranno una ulteriore riduzione delle corse e un drastico taglio alle tratte a lunga percorrenza. Il consigliere regionale con delega ai trasporti e il presidente della Provincia, però, hanno preferito non partecipare, il primo per imprecisati «motivi istituzionali», il secondo – come riferisce in un intervento lampo il presidente del consiglio della Provincia, Antonio Eroi – perché «troppo impegnato dall’emergenza alluvioni dei giorni scorsi». Eppure anche la questione dei trasporti regionali avrebbe tutti i requisiti per essere annoverata tra le «emergenze», considerato che le scelte operate da Trenitalia rischiano seriamente di isolare la Calabria e il resto del Mezzogiorno dal resto d’Italia, proprio nell’anno delle celebrazioni del centocinquantenario dell’Unità. Inoltre, in base a recenti stime, si calcola che i tagli generalizzati operati dalla Finanziaria approvata dal governo Berlusconi, si tradurranno in una sforbiciata del 70% delle risorse destinate alla Calabria, per un totale di circa 80 milioni di euro disponibili per mantenere attivi servizi già altamente insufficienti.
Lucida, in tal senso, la disamina di Attilio Scali, segretario generale Fit-Cgil di Reggio-Locri: «Il nostro Paese è spezzato in due, la mancanza di trasporti adeguati comporta inevitabilmente la divisione. In passato, malgrado potenti gruppi economici puntassero sui finanziamenti al Nord e sul trasporto su gomma, al Sud la mobilità era comunque garantita. Oggi la situazione è cambiata, con scelte che si concentrano sull’alta velocità e trascurano le infrastrutture essenziali per la Calabria». «A questo stato di cose – continua Scali – si deve aggiungere i problemi dell’A3 e del collegamento aereo, che da Reggio consente solo di raggiungere Milano e Roma e solo con Alitalia, con tariffe evidentemente più alte». Per Mimma Pacifici, rappresentante reggina della Cgil, si tratta di «un problema che riguarda tutti i territori. Prima la mobilità dei meridionali era almeno garantita da treni obsoleti e fatiscenti, ora ci tolgono pure quelli». È molto preoccupato anche Francesco Stabile, neo assessore ai Trasporti di Crotone: «La nostra terra vive un profondo disagio sociale. Oltre al problema del sistema ferroviario c’è quello dell’autostrada e della statale 106, non a caso tristemente soprannominata la “strada della morte”: solo nell’ultimo mese ci sono state altre sette vittime di incidenti stradali. Spiace che oggi non ci sia il consigliere Orsomarso, non si tratta di una questione politica ma di un problema che va affrontato con uno sforzo comune».
Per Sebi Romeo, dirigente reggino del Pd, «non siamo di fronte solo al taglio dei treni, ma abbiamo davanti scelte che culmineranno nell’esclusione del Paese dal diritto alla mobilità garantito dall’Europa. Per questo è necessario che le risorse destinate per il Ponte siano dirottate verso le infrastrutture essenziali per la regione». Tranchant il giudizio di Aldo De Caridi, segretario cittadino di Idv: «Non siamo italiani, non vogliono farci essere italiani. L’A3 non è un’autostrada, il porto di Gioia Tauro non vogliono farlo decollare, il Ponte è una menzogna. Ora il taglio dei treni. È un Sud sempre più emarginato».
«Trenitalia e le Fs possono smentire quanto vogliono – attacca Nino Costantino, segretario Filt-Cgil Calabria – ma i tagli sono reali e il Mezzogiorno è isolato. Noi siamo destinati a perdere questa battaglia, a meno che non ci sia un’inversione di tendenza della politica». Peccato che non ci fosse nessun rappresentante istituzionale a raccogliere questo invito.

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