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Uccise il titolare di un bar per 20 euro, chiesti 16 anni di carcere per un minore

REGGIO CALABRIA Una condanna a 16 anni di reclusione è stata chiesta dal pm della Procura per i minorenni di Reggio Calabria, Francesca Stilla, nel processo con rito abbreviato a Giacomo S., il qui…

Pubblicato il: 29/11/2011 – 20:17
Uccise il titolare di un bar per 20 euro, chiesti 16 anni di carcere per un minore

REGGIO CALABRIA Una condanna a 16 anni di reclusione è stata chiesta dal pm della Procura per i minorenni di Reggio Calabria, Francesca Stilla, nel processo con rito abbreviato a Giacomo S., il quindicenne, accusato dell`omicidio di Antonio Battaglia, di 28 anni. L`uomo, titolare di un bar di Taurianova, morì il 15 febbraio scorso dopo essere stato ferito due giorni prima con un colpo di pistola alla testa nel suo locale. Dopo l`intervento del pm ha preso la parola uno dei legali del minore, l`avvocato Clara Veneto, che ha chiesto il proscioglimento per vizio di mente in base alla perizia disposta dal Tribunale o, in subordine, il riconoscimento del vizio parziale di mente con la prevalenza delle attenuanti sull`aggravante dei futili motivi e la condanna al minimo della pena. L`arringa del secondo difensore del minore, l`avvocato Armando Veneto, è fissata per il 21 dicembre prossimo, giorno in cui ci sarà la sentenza. Battaglia, secondo l`accusa, fu ucciso dal minorenne dopo che il titolare gli aveva chiesto di saldare un conto da 20 euro che aveva accumulato nel corso degli ultimi giorni. Il ragazzo, per tutta risposta, davanti agli altri avventori, gli sparò con una pistola calibro 6.35 colpendolo alla testa e provoandogli danni cerebrali irreversibili. Il commerciante fu portato negli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria in stato di coma e morì due giorni dopo. Dopo avere sparato al barista, il giovane era fuggito, ma nelle ore successive, manifestando segni di pentimento, aveva accolto il consiglio dei familiari e si era costituito alla polizia. I familiari del ragazzo avevano poi chiesto ai difensori del minore di farsi portavoce con i parenti di Antonio Battaglia della loro richiesta di perdono, parlando di «tragedia assurda e terribile».

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