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Lombardo: «Ancora non siamo arrivati a colpire la direzione politica»

REGGIO CALABRIA Ieri oggetto delle perquisizioni della Dia, oggi teatro di una grande manifestazione in favore della legalità e della lotta alla ‘ndrangheta. È la doppia anima di Palazzo Campanella…

Pubblicato il: 01/12/2011 – 15:30
Lombardo: «Ancora non siamo arrivati a colpire la direzione politica»

REGGIO CALABRIA Ieri oggetto delle perquisizioni della Dia, oggi teatro di una grande manifestazione in favore della legalità e della lotta alla ‘ndrangheta. È la doppia anima di Palazzo Campanella, sede di un consiglio regionale calabrese sempre più nella bufera dopo l’arresto del consigliere Franco Morelli nell’ambito di una operazione che ha fatto scattare le manette anche per Vincenzo Giglio, presidente della sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria. L’indagine condotta dalla Procura di Milano in collaborazione con quella reggina va a colpire direttamente quella “zona grigia” costituita da poteri politici e civili in affari con la ‘ndrangheta. Una commistione di poteri e interessi che non poteva essere trascurata alla presentazione del progetto “Gerbera gialla”, che prevede una serie di manifestazioni nazionali incentrate sul contrasto alla criminalità organizzata e su iniziative di sensibilizzazione civile, soprattutto a partire dalle scuole. Ad Adriana Musella, presidente di Riferimenti-coordinamento Gerbera gialla, non sono sfuggite le perplessità che avvolgevano questa mattina l’auditorium “Calipari”: «Non posso far finta che ieri non sia successo niente. Sono stati arrestati personaggi che non fanno onore alla Calabria e all’Italia. Siamo in mezzo allo squallore». Poi, rivolta agli studenti provenienti da tutte le province della regione: «Iniziamo questo progetto dopo una giornata buia. Siamo nauseati da quello che vediamo intorno. Bisogna, però, imparare a distinguere: non ci sono solo politici e magistrati infedeli». Il riferimento è rivolto soprattutto al sostituto procuratore della Dda di Reggio Giuseppe Lombardo, tra gli ospiti della manifestazione. Proprio dalle indagini coordinate dal suo ufficio nell’ambito dell’inchiesta “Meta”, sono partite le informative che hanno dato l’input alla Procura lombarda per gli arresti di ieri: «Le informative sulla cosca Lampada – commenta Lombardo – contengono numerosi spunti utili per ricostruire l’organismo verticistico che opera in Calabria e in Lombardia».
«Nell’operazione “Meta” – continua il pm – sono emersi gli interessi di una famiglia che si è trasferita a Milano venti anni fa. Sono convinto che comunque la testa e il cuore delle `ndrine rimangano sempre in Calabria. Le ultime indagini stanno finalmente ricostruendo la direzione strategica dei clan. Ancora non siamo arrivati a colpire la direzione politica, quella cioè che fissa gli obiettivi criminali tipici di una organizzazione strutturale come la `ndrangheta. Ci arriveremo solo con una attenta opera di investigazione e di conoscenza».
È ancora convinto della bontà del nuovo corso politico calabrese il presidente del consiglio regionale, Francesco Talarico, malgrado Franco Morelli sia il secondo consigliere a finire in carcere dopo l’arresto di Santi Zappalà: «Noi andiamo avanti su questa strada, distinguendo le responsabilità individuali dall’opera delle istituzioni. Casi isolati non devono indurci a screditare tutta la politica e la magistratura. Dobbiamo continuare la lotta». Morelli però è ancora un consigliere regionale: «Sarà il ministero – afferma Talarico – a decidere sulla sua permanenza in carica. Per Zappalà la questione fu più semplice perché scelse subito di dimettersi. Dobbiamo aspettare le procedure di rito». Ma nelle ordinanze della Procura milanese compare anche il nome di Luigi Fedele, capogruppo Pdl a Palazzo Campanella: «L’onorevole Fedele – continua il presidente del Consiglio – ha descritto nel dettaglio quanto avvenuto, in più è la prima volta che viene sfiorato da vicende del genere». Nel corso della mattinata, è stato proiettato un filmato sulle vittime della mafia e presentato il calendario 2012 di “Riferimenti”, dedicato agli anniversari del “decennio di sangue” 1982-1992, che sarà utilizzato come strumento didattico nelle scuole. Il progetto mira alla predisposizione di interventi diretti a impedire la penetrazione della `ndrangheta nel tessuto sociale della regione. Il percorso didattico di “Gerbera Gialla“ ha come base la memoria, considerata chiave di lettura dei processi umani. Per l`anno scolastico 2011-2012, sarà approfondito il decennio 1982-1992, un periodo della storia italiana funestato da terribili stragi di mafia. Proprio il 3 maggio 1982 veniva ucciso, a Reggio Calabria, l`ingegnere salernitano Gennaro Musella, padre di Adriana, per la sua denuncia di irregolarità nell’aggiudicazione della gara d’appalto relativa alla costruzione del porto di Bagnara. Nello stesso anno furono uccisi il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, il deputato Pio la Torre e la piccola Simonetta Lamberti. Mentre il 1992 è stato segnato dalle stragi di Capaci e via d`Amelio a Palermo, in cui persero la vita Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

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