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Bombe a Reggio, «parziale compatibilità tra il motorino del filmato e quello sequestrato»

CATANZARO C`è una parziale compatibilità tra il motorino filmato dalle telecamere della Procura generale di Reggio Calabria e quello sequestrato dagli inquirenti nell`ambito delle indagini della Pr…

Pubblicato il: 01/12/2011 – 16:06
Bombe a Reggio, «parziale compatibilità tra il motorino del filmato e quello sequestrato»

CATANZARO C`è una parziale compatibilità tra il motorino filmato dalle telecamere della Procura generale di Reggio Calabria e quello sequestrato dagli inquirenti nell`ambito delle indagini della Procura di Catanzaro sulle intimidazioni ai magistrati reggini. È quanto emerge dalla relazione del perito nominato dal giudice per le indagini del capoluogo calabrese, Assunta Maiore, che stamane ha acquisito gli esiti degli accertamenti tecnici durante un incidente probatorio. In particolare la perizia sul motorino riguarda la bomba fatta esplodere lo scorso anno contro la Procura generale di Reggio Calabria. Le telecamere di videosorveglianza registrarono le fasi dell`attentato. In particolare nelle immagini si notano due persone a bordo di un motorino che raggiungono la sede della Procura generale e uno dei due lasciò la bomba esplosa poco dopo. Il perito sostiene inoltre che non ci sono elementi sufficienti per stabilire la compatibilità tra una tuta sequestrata ad Antonio Cortese, ritenuto uno degli esecutori materiali dell`attentato, e l`abbigliamento che si nota dai filmati registrati dalle telecamere di videosorveglianza. Dopo il deposito degli accertamenti l`incidente probatorio è stato aggiornato al 19 dicembre prossimo quando sarà sentito il perito. Nell`ambito dell`inchiesta sulle intimidazioni ai magistrati reggini dello scorso anno sono state arrestate quattro persone, ritenute mandanti ed esecutori della strategia della tensione. L`inchiesta ha avuto un impulso decisivo dalle dichiarazioni del boss pentito Antonino Lo Giudice, che si è autoaccusato di essere il mandante e ha chiamato in causa il fratello Luciano e altre due persone: Antonio Cortese, ritenuto l`esperto di esplosivo della cosca, e Vincenzo Puntorieri, legato allo stesso Cortese, accusati dell`esecuzione materiale dell`attentato.

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