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Why not, il pg Lia: «Associazione a delinquere tra imprenditori e pubblici ufficiali»

«La Cassazione ha sancito che ci può essere una associazione per delinquere costituita solo da soggetti privati che si avvaleva di volta in volta dell`apporto dei singoli pubblici ufficiali». Il so…

Pubblicato il: 01/12/2011 – 16:19
Why not, il pg Lia: «Associazione a delinquere tra imprenditori e pubblici ufficiali»

«La Cassazione ha sancito che ci può essere una associazione per delinquere costituita solo da soggetti privati che si avvaleva di volta in volta dell`apporto dei singoli pubblici ufficiali». Il sostituto pg, Massimo Lia, è partito dalla recente sentenza della Suprema Corte nella sua requisitoria nell`ambito del processo d`appello per le 16 persone coinvolte nell`inchiesta “Why not”. Nel suo intervento il magistrato ha spiegato come soggetti privati abbiano stretto accordi con politici e funzionari della Regione per ottenere finanziamenti pubblici. La requisitoria del pg proseguirà il 22 dicembre, poi si tornerà in aula a gennaio il 13 e il 24. Durante l`udienza di oggi l`avvocato Francesco Gambardella, difensore di Antonio Saladino, ha chiesto alla corte di acquisire la documentazione necessaria per capire se la teste Caterina Merante risulti indagata per reato connesso. Il gup Abigail Mellace, infatti, nella sua sentenza aveva deciso di trasmettere gli atti relativi all`ex amministratrice della Why not alla procura catanzarese per valutare eventuali illeciti. Tra gli altri, il giudizio di secondo grado riguarda i due ex presidenti della Regione Calabria Agazio Loiero e Giuseppe Chiaravalloti, per i quali i sostituti procuratori generali Eugenio Facciolla e Massimo Lia hanno impugnato la sentenza di primo grado del 2 marzo 2010 contestando l`assoluzione per il reato di abuso di ufficio nei confronti di Loiero, relativamente al solo capo d`imputazione attinente al progetto regionale finalizzato al censimento del patrimonio immobiliare; e l`assoluzione per il capo d`accusa relativo al progetto chiamato “Ipnosi” nei confronti di Chiaravalloti. Il ricorso presentato dalla pubblica accusa all`inizio dello scorso dicembre riguarda inoltre altre posizioni di imputati completamente assolti al termine del rito abbreviato, oltre ad Agazio Loiero e Chiaravalloti, e cioè: l`ex assessore regionale della Giunta Chiaravalloti Gianfranco Luzzo; Tommaso Loiero, dirigente della Regione Calabria e fratello dell`ex governatore; il segretario della Giunta Loiero Nicola Durante; i funzionari Giuseppe Fragomeni e Pasquale Anastasi; Enza Bruno Bossio e Franco Nicola Cumino.
La Procura ha impugnato la sentenza anche relativamente alla posizione di tre persone condannate, ma contestualmente assolte per parte delle accuse, e cioè gli imprenditori, Antonio Saladino, ex leader della Compagnia delle opere in Calabria, condannato a 2 anni; Giuseppe Antonio Lillo, condannato a un anno e 10 mesi; e Pietro Macrì, condannato a 9 mesi di reclusione e 900 euro di multa. Il processo d`appello si sta tenendo, infine, anche per altre quattro persone che sono state condannate e che hanno impugnato la sentenza del giudice dell`udienza preliminare Abigail Mellace, e cioè: Antonio La Chimia, cui è stata inflitta la pena di un anno e 10 mesi di reclusione; Vincenzo Gianluca Morabito, che ha avuto 6 mesi e 600 euro di multa; Francesco Saladino, che ha avuto 4 mesi e 300 euro; Rinaldo Scopelliti, che ha avuto un anno. I due pg avevano inoltre presentato ricorso in Cassazione per il proscioglimento dall`accusa di associazione per delinquere di Nicola Adamo, Ennio Morrone, Franco Morelli (arrestato ieri dalla Dda di Milano) e Dionisio Gallo, ed inoltre al coordinatore del consorzio Brutium di cui si parla nell`inchiesta, Giancarlo Franzè, ed al dirigente della Regione Calabria Aldo Curto. La Suprema Corte, come ricordato da Massimo Lia nella sua requisitoria, diede ragione alle ipotesi della pubblica accusa.

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