Ultimo aggiornamento alle 23:04
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 5 minuti
Cambia colore:
 

INFINITO | L`autoanalisi di Giglio con i libri su mafia e politica

Magistrato antimafia, scrittore di denuncia sociale e, però, secondo la Dda di Milano anche, anzi soprattutto, giudice al servizio della `ndrangheta. Non si sarebbe fatto mancare nulla Vincenzo Gig…

Pubblicato il: 01/12/2011 – 16:33
INFINITO | L`autoanalisi di Giglio con i libri su mafia e politica

Magistrato antimafia, scrittore di denuncia sociale e, però, secondo la Dda di Milano anche, anzi soprattutto, giudice al servizio della `ndrangheta. Non si sarebbe fatto mancare nulla Vincenzo Giglio, il presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale reggino, arrestato ieri nell`ambito dell`inchiesta “Infinito”. “Uno e trino”, da quel che emerge dalle 800 e passa pagine dell`ordinanza che l`hanno portato in carcere con la più pesante delle accuse che per un servitore della giustizia si possa contemplare: essere stato contemporaneamente utile alla cosca (i Lampada di Milano) e utile alla politica (il consigliere Pdl, Morelli). Un presunto dottor Jekill e mister Hyde dalle movenze oblique, come tanti se ne scoprono quando si va a scandagliare la zona grigia di cui si nutre la mafia, che attinge a piene mani nominativi e curriculum di insospettabili dagli ordini professionali per stabilire nuove cointeressenze e nuovi intrallazzi. Straordinariamente oblique nella società, però, perché Giglio partecipava a convegni nelle scuole e firmava appelli lanciati dall`associazione antimafia Libera – con un grado di esposizione mediatica non comune per mostrarsi guida ed esempio per la società civile – e la sua presunta copertura antindrangheta l`avrebbe manifestata con il suo pallino per i libri. Ne ha scritti tre, tra il 2006 e il 2010, che hanno goduto di un discreto successo in ambito locale – non di vendita ma di promozione – proprio perché le storie, magari non troppo avvincenti, erano scritte da un giudice. Un caso nel caso. Un magistrato inconsapevole cultore di Freud e, a sua insaputa, teorico della psicanalisi di quella zona grigia che, nei suoi testi, denunciava. Il titolo d`esordio fu premonitore – “Il politico, una storia di casa nostra” – e fa un certo effetto oggi riconoscere una somiglianza tra quel narrato (di fantasia) e la storia giudiziaria (vera) di cui Giglio è al centro. Una critica al provincialismo calabrese, gli addetti ai lavori definirono quel primo racconto in cui, certo, si dileggiava anche la pochezza di una classe dirigente periferica rispetto ai centri decisionali dell`economia e della politica italiana, costretta ad arrangiarsi secondo l`esito romanzato del giudice. Una sorta di retropensiero preventivo a proposito di calabresità, vista l`accusa che oggi grava su Giglio chiamato in causa per un presunto criminale scambio di favori col politico Morelli, che a sua volta è sospettato di essere al servizio delle `ndrine calabresi di Milano (capitale economica), conosciuto anche per essere leader in Calabria della corrente del sindaco di Roma (capitale politica), e tristemente noto per l`immagine plastica che diede una volta in tv quando, mentre le telecamere di Anno Zero si soffermavano sul consigliere Crea, poi arrestato e condannato per mafia, lui disse «il compare del mio compare è mio compare». Quando si dice che la realtà criminale potrebbe migliorare il portato della fantasia letteraria. Il debutto fortunato come scrittore, coincise nei tempi con un trasferimento-promozione per meriti sul campo che, anche questi, potrebbero dirla lunga su questa Italia ricca che schiaccia sotto il tacco la Calabria provinciale, descritta da Giglio nel suo primo libro. Il magistrato, infatti, venne spostato a Reggio – a guidare la sezione dove si decidono le confische e i sequestri – dopo aver completato una brillante gavetta in provincia, in quel tribunale di Palmi che dovrebbe essere “ presidio giudiziario di frontiera” e che, però, una sentenza clamorosa formulata da Giglio rese molto discusso. Il giudice, infatti, era a capo della Corte che, dopo l`inchiesta sull`usura delle grandi banche ai danni di un imprenditore del Sud, Nino De Masi, alla sbarra tra gli altri Geronzi, Abete e Marchiorello, sentenziò che appunto il reato c`era ma non c`erano elementi per inquadrare colpe personali per i grandi banchieri. Tutti assolti, Giglio promosso. Questa volta la realtà (giudiziaria) del Giglio-giudicante aveva cancellato la fantasia (letteraria) del Giglio-visionario, a proposito di una regione che era diventata meta di giornalisti da tutto il paese, visto che per la prima volta si processavano assieme diversi big del gotha della finanza italiana, per una volta perdendo senza profitto quel «provincialismo» tanto denunciato dal Giglio-scrittore. Guarda caso, dopo il trasferimento nella città capoluogo, lasciata con profitto quella “provincia” che comunque ritorna nella inchiesta Infinito – perché un altro giudice di Palmi è indagato e un avvocato dello stesso Foro è stato arrestato – il giudice dà alle stampe un secondo libro: “Una caramella al limone”, leggerezze gustose, ma anche regali che i bambini non devono mai accettare dagli sconosciuti. Il racconto fu inserito nella collana “La bottega dell`inutile” della casa editrice che intanto l`aveva ingaggiato, la “Città del Sole”, strappandolo alla “Laruffa” che aveva segnato il suo esordio. Uno scrittore conteso, insomma, anche se nel 2010  a seguito delle inchieste condotte dalla Dda milanese si parla di lui per i suoi rapporti di parentela con personaggi notoriamente vicini ai Lampada. Il  giudice nello stesso periodo, mentre sta scrivendo la sua terza fatica, trova il tempo per prendere le distanze, mandando lettere ai quotidiani, e polemizzare nientemeno che col procuratore aggiunto Gratteri. Una sorta di destabilizzazione interiore crescente, quasi un presagio funesto perché Giglio, con prese di posizione pubbliche, contesta al magistrato di Gerace il «suo pessimismo da sociologo». «La mafia si può sconfiggere, preferisco il Gratteri requirente al Gratteri analista» sentenzia il giudice arrestato ieri. Ma la parabola ormai era contrappuntata dal titolo evocativo del terzo libro uscito proprio in quel 2010. Giglio pubblica «Il mafioso». La critica lo stronca scrivendo che nel libro «c`è l`iniziazione e l`ascesa di un malavitoso senza scrupoli;  il protagonista del brevissimo romanzo, però, esiste solo ai fini del racconto: non ha passato, non ha famiglia, non ha storia».

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x