REGGIO CALABRIA «Il padre ha un’impresa edile ed è in società con un colonnello dei Ros». È il 17 marzo 2010. In via Vivaio 24 a Milano, nello studio dell’avvocato Vincenzo Minasi ci sono Francesco Lampada e Leonardo Valle. Il legale li informa di un’indagine che tocca le due famiglie mafiose legate alle cosche Condello e De Stefano. La stessa indagine che, ieri, ha portato all’arresto del magistrato Enzo Giglio e del consigliere regionale Franco Morelli. L’avvocato dimostra di conoscere i dettagli dell’attività investigativa. Dettagli che gli sarebbero stati detti a Reggio da Giulio Lampada che, a sua volta, li ha saputi da un giovane il cui padre, a suo dire, è in società con un colonnello del Ros. Il particolare è emerso dall’ordinanza del gip Gennari di Milano secondo il quale questo aspetto «andrà sicuramente approfondito» visto che le notizie giunte alla famiglia Lampada «sono particolarmente accreditate». Il giudice per le indagini preliminari fa riferimento all’intercettazione del 17 marzo quando l’avvocato Minasi informa gli esponenti del clan che «le indagini le sta facendo la squadra mobile… i reati sono usura e riciclaggio… sicuramente c’è un politico di Miano, c’era un politico di Cosenza».
L’avvocato indagato, inoltre, sapeva anche che l’inchiesta non era «né a Reggio né a Catanzaro… parte esclusivamente da Milano. Lui dice che l’operazione partirà subito dopo le elezioni. Ci sono sicuramente dei reggini, tutti quelli che hanno alloggiato al Brun… ci sono tutti! … c’è il medico… c’è Mario, c’è… tutti questi ci sono tutti!».
Le fughe di notizie non hanno visto come protagonista solo il presunto colonnello del Ros. Ed è sempre la microspia ambientale piazzata all’interno dello studio dell’avvocato Minasi che fornisce un altro spunto agli inquirenti. Questa volta, le informazioni sulle indagini partono dallo studio di un commercialista e vengono puntualmente raccolte da Rocco Mario Commisso, il proprietario di un bar a Piazza Susa, angolo viale Lombardia. È lui che il 23 marzo 2010 si reca in via Vivaio 24 informa l’avvocato Minasi che lui è indagato: «Prendetela col beneficio dell’inventario… per l’amor di Dio… che siete… e niente… indagato per non so… riciclaggio di soldi e compagnia bella insieme ad altri calabresi che fanno riferimento a voi… gente che investe dei soldi a Milano… attraverso voi pure… l’ho sentito in un ufficio di un commercialista… pensi… siccome questo frequenta uno della Dia che all’epoca era alla Direzione distrettuale antimafia».
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