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Dibattito sulla sanità, nessuna bagarre

REGGIO CALABRIA Ti aspetti la bagarre e invece trovi la concordia. Il dibattito sulla sanità calabrese in consiglio regionale si è insolitamente svolto all’insegna della pacatezza istituzionale, co…

Pubblicato il: 02/12/2011 – 20:33
Dibattito sulla sanità, nessuna bagarre

REGGIO CALABRIA Ti aspetti la bagarre e invece trovi la concordia. Il dibattito sulla sanità calabrese in consiglio regionale si è insolitamente svolto all’insegna della pacatezza istituzionale, con addirittura il governatore Scopelliti a sollecitare l’aiuto delle opposizioni per l’attuazione del Piano di rientro. Eppure il precedente consesso aveva registrato una netta spaccatura sul tema, con la minoranza di centrosinistra che aveva abbandonato l’aula per protesta. Evidentemente il “caso Morelli” (solo accennato all’inizio dei lavori dall’intervento del presidente Talarico) ha prodotto l’effetto di compattare la classe politica calabrese nel tentativo di non alzare ulteriori polveroni. È il consigliere Antonio Scalzo del Pd ad aprire la discussione sul sistema sanitario. Nel suo intervento, sottolinea come «non si può prescindere dai bisogni della popolazione, dai quali proviene una diversa richiesta di interventi dovuti all’allungamento della vita media nonché al mutamento del tenore di vita e ai progressi della medicina che hanno portato all’insorgere di patologie croniche invalidanti». Per Scalzo, «Il Piano ha proceduto a spogliare alcune strutture a favore di altre, seguendo una nuova architettura del sistema sanitario senza il potenziamento della rete dei servizi». Enzo Ciconte (Progetto democratico) spiega i motivi della reazione del centrosinistra durante l’ultimo Consiglio: «Ci siamo allontanati dall’aula perché dopo il monologo di Scopelliti ci aspettavamo di essere ascoltati. Il governatore deve essere il presidente di tutti». «La sanità – continua Ciconte – non ha mai vissuto difficoltà come quelle che sta vivendo in questo momento. Dobbiamo dare esempi di correttezza istituzionale e dare una politica territoriale che capisca e comprenda i nuovi sistemi sanitari che si stanno sviluppando in particolare in Emilia Romagna e Toscana». Per Bruno Censore (Pd) il Piano di rientro sanitario sta creando grande confusione: «Scopelliti finora ha prodotto solo provvedimenti sulla carta. Non basta: serve concertazione e condivisione delle strategie. I numeri da soli non servono. Condivido tutte quelle proteste che stanno rivendicano il diritto alla salute». «Non contestiamo l’esigenza di un piano di rientro – commenta Carlo Guccione del Pd –, perché può essere un’occasione per riformare la sanità calabrese. Solo i viaggi della speranza ci costano 320 milioni di euro. Soldi che noi paghiamo alle altre regioni. Scopelliti al momento non è stato in grado di raggiungere gli obiettivi che il Piano aveva previsto. Lo conferma il verbale del Tavolo Massicci». È invece convinto della bontà dell’opera del commissario ad acta Antonio Rappoccio (Pri): «In questa opera di risanamento, Scopelliti ha avuto un occhio vigile su tutte le problematiche sanitarie. La strada seguita è quella giusta. La riconversione degli ospedali permetterà di accedere a condizioni santirie ottimali per tutti i calabresi. Giusto ricordare che, nonostante i sacrifici, questo governo ha dato il via libera alla costruzione di quattro ospedali». Il riferimento è agli ospedali della Piana di Gioia Tauro, della Sibaritide, Catanzaro e Vibo Valentia. Secondo Nazzareno Salerno (Pdl) «si è messo finalmente mano ai bilanci: è già una grande conquista conoscere la reale entità del debito. Adesso ci deve essere uno sforzo maggiore per migliorare i servizi nel territorio». Poi rivolto all’opposizione: «Dateci una mano d’aiuto. Questa collaborazione è necessaria. L’opposizione a tutti i costi non ci porta da nessuna parte. Può essere un messaggio utile a tutta la Calabria. Possiamo costruire insieme un sistema sanitario migliore». Per Rosario Mirabelli di Api «il problema della sanità non è Scopelliti. Il punto è che non funziona la rete territoriale di prevenzione, i pronti soccorsi esplodono. C’è la necessità di rafforzare tutto il territorio e di potenziare al meglio i posti letto». Netto invece l’intervento di Mimmo Talarico (Idv): «Non vogliamo più la sanità che produce consensi elettorali o nomine politiche. Non vogliamo difendere la sanità degli sprechi. Oggi non esiste dipendente sanitario che non sia passato dalle segreterie politiche per ottenere lavoro. Vogliamo una bonifica di questo sistema. La riorganizzazione della struttura sanitaria non può essere estranea alla corruttela che coinvolge politica, medici e paramedici. Dobbiamo coniugare risparmio ed efficienza: tagliare i costi ma garantire pure i principi sanitari».
Il dibattito si conclude con l’intervento del governatore Scopelliti: «Il Piano di rientro non può essere bocciato dal Tavolo Massicci, perché è già stato approvato. Bisogna solo procedere alla sua corretta attuazione». Poi Scopelliti trova però il tempo per polemizzare con l’opposizione: «Il vostro Piano prevedeva la chiusura di tutti gli ospedali sotto i 120 posti letto, ma nessuno del Pd si è stracciato le vesti. La verità è che oggi ci sono ospedali che non possono definirsi tali. La filosofia che abbiamo deciso di seguire è stata quella dell’appropriatezza e del fabbisogno del territorio». Poi sul debito sanitario: «È stato acceso un mutuo per pagare tutte le spettanze fino al 2008, mentre siamo costretti a usare i fondi Fas per colmare il buco 2009-2010. Al 31 dicembre riusciremo comunque a risparmiare 131 milioni di euro». Il governatore non manca di dare una sua interpretazione sulle varie mobilitazioni (in aula solo presenti i sindaci del comprensorio del Reventino che protestano contro la chiusura di quattro ospedali) contro il Piano: «Queste barricate sono dovute all risparmio che stiamo attuando. Evidentemente abbiamo tolto milioni di euro dalle tasche di alcune lobby. Attorno alla sanità ci sono interessi perversi». Poi una non preventivabile richiesta di collaborazione alla minoranza: «Questa battaglia sulla sanità la dobbiamo fare tutti insieme».

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