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Mercogliano rilegge Corrado Alvaro

REGGIO CALABRIA Corrado Alvaro è stato uno dei massimi esponenti della letteratura italiana del novecento, uno scrittore calabrese sostanzialmente sconosciuto ai calabresi. Il libro “Corrado Alvaro…

Pubblicato il: 03/12/2011 – 13:23
Mercogliano rilegge Corrado Alvaro

REGGIO CALABRIA Corrado Alvaro è stato uno dei massimi esponenti della letteratura italiana del novecento, uno scrittore calabrese sostanzialmente sconosciuto ai calabresi. Il libro “Corrado Alvaro”, di Gennaro Mercogliano, presentato questa mattina a Palazzo Campanella, rappresenta uno sforzo critico rivolto alla ricostruzione della vicenda umana e letteraria dello scrittore di San Luca, nel chiaro intento di sottolineare l’attualità e l’importanza del suo pensiero per l’uomo contemporaneo. Un modo per ridestare l’interesse verso il padre nobile della letteratura calabrese capace di trasmettere immagini e suggestioni al di là dei confini regionali per parlare direttamente all’essenza dell’animo umano.
Alla presentazione del volume erano presenti il presidente del consiglio regionale Francesco Talarico, lo storico della letteratura calabrese Pasquino Crupi e l’editore Settimio Ferrari. Mercogliano, saggista rossanese, affronta un’analisi attenta sulla letteratura alvariana, mosso soprattutto da un amore che affonda le sue radici nel rapporto con il padre, grande appassionato delle opere dell’autore di “Gente in Aspromonte”. La figura dello scrittore, la sua poetica, la dimensione etica e spirituale, vengono rappresentate alla luce del dialogo con la modernità. Mercogliano è convinto che la moralità insita nella riflessione di Alvaro (da molti critici considerata il limite oggettivo della sua letteratura) rappresenti oggi un’arma utile alle ultime generazioni per risalire la china della crisi economica, culturale e sociale. Per l’autore, infatti, «ritornare ai temi cari ad Alvaro, ai valori fondanti della famiglia, del mondo agricolo, può essere la chiave per affrontare in modo diverso il presente». Ma nel libro viene sviscerata anche la criticità dell’opera d’arte e il suo fallimento implicito e ineluttabile. In Alvaro, accanto alla solidità di un autore dotato di capacità di scrittura eccelse, secondo Mercogliano esiste la consapevolezza del limite, della impossibilità della “rappresentazione fedele”: «In lui era fortemente presente la sensazione frustrante di non riuscire mai a dire tutto quello che si agita nell’animo e nella mente di un artista». Da qui, la convinzione che, paradossalmente, l’opera d’arte incompleta sia, in fin dei conti, più esaustiva rispetto alla compiutezza di altri sforzi narrativi.

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