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Agguato a Pellaro: ucciso un imprenditore

Agguato a Pellaro, nella periferia sud di Reggio Calabria. Un colpo di pistola calibro 7,65 ha ucciso l’imprenditore Vittorio Bruno Martino, di 46 anni, mentre si trovava nel parcheggio del superme…

Pubblicato il: 05/12/2011 – 23:56
Agguato a Pellaro: ucciso un imprenditore

Agguato a Pellaro, nella periferia sud di Reggio Calabria. Un colpo di pistola calibro 7,65 ha ucciso l’imprenditore Vittorio Bruno Martino, di 46 anni, mentre si trovava nel parcheggio del supermercato. L’uomo è morto in ambulanza, prima di arrivare agli ospedali Riuniti.
Sul posto sono intervenuti gli agenti delle Volanti e della squadra mobile, diretti da Renato Cortese.
Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Francesco Tripodi, stanno cercando di ricostruire gli ultimi giorni di Martino, titolare dell`impresa individual “Idroterm” e  amministratore unico della società “EKO s.r.l.”.
La sparatoria è avvenuta poco prima delle 9. I killer lo hanno sorpreso mentre si recava in macchina. L’uomo non ha avuto il tempo di scappare. Inutile la corsa in ospedale. Il colpo di pistola non ha lasciato scampo al Vittorio Bruno Martino. Ques’ultimo, titolare anche del bar all’interno dell’aeroporto, era stato coinvolto nell’inchiesta “Terrazzamento” nell’ambito della quale il pubblico ministero Sara Ombra aveva chiesto il rinvio a giudizio. L’accusa per lui smaltimento illecito di rifiuti. Per Martino, la Procura aveva chiesto gli arresti domiciliari, ma il gip nel febbraio scorso ha deciso il sequestro di beni per un valore di 7 milioni di euro.
I carabinieri erano riusciti a scoprire che molti imprenditori riversavano rifiuti speciali in una discarica abusiva a Gallina. Una discarica che, sulla carta, doveva essere un “terreno agricolo per la realizzazione di un uliveto”
Stando alla descrizione del sostituto procuratore Sara Ombra, infatti, Martino sarebbe stato «un soggetto particolarmente spregiudicato, che improntato la sua attività all’elusione della normativa sui rifiuti al solo fine di lucrare i notevoli guadagni della stessa derivanti, in spregio della tutela e del rispetto dell’ambiente, quasi sentendosi assoluto padrone della contrada in cui ha scelto di porre la sede della sua attività».
Ritornando all’agguato, in queste ore la Mobile sta eseguendo numerose perquisizioni nelle abitazioni dei pregiudicati della zona.
Le indagini, infatti, stanno cercando di verificare se vi possano essere dei collegamenti tra l’inchiesta “Terrazzamento” e l’omicidio dell’imprenditore.

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