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Blitz a Cosenza, 18 arresti Perquisizioni per tre politici

COSENZA Undici anni dopo, tre dei delitti che insanguinarono Cosenza all’inizio del nuovo millennio hanno dei presunti responsabili. Sono alcuni dei diciotto arrestati nell’ambito del blitz scattat…

Pubblicato il: 06/12/2011 – 9:35
Blitz a Cosenza, 18 arresti Perquisizioni per tre politici

COSENZA Undici anni dopo, tre dei delitti che insanguinarono Cosenza all’inizio del nuovo millennio hanno dei presunti responsabili. Sono alcuni dei diciotto arrestati nell’ambito del blitz scattato questa mattina su iniziativa della procura distrettuale antimafia di Catanzaro in cui sarebbero indagati anche alcuni politici a cui sarebbe stato notificato un decreto di perquisizione. Sono l`ex assessore alla Provincia di Cosenza Pietro Ruffolo, l`ex sindaco di Rende ed attuale consigliere provinciale Umberto Bernaudo, entrambi del Pd, e il consigliere comunale di Piane Crati, Pierpaolo De Rose, di una lista civica. Nell`atto giudiziario si ipotizzano, a vario titolo, il concorso esterno ed il voto di scambio. L`attività investigativa è il seguito dell’operazione “Terminator” che, nel maggio dello scorso anno, portò in carcere otto persone, accusate, a vario titolo, di altri tre omicidi avvenuti tra il 1998 e il 2001 nel capoluogo bruzio, teatro di una guerra tra clan. L’operazione di questa mattina, condotta da polizia e carabinieri, ha colpito il clan Lanzino-Ruà, ritenuto uno tra i più potenti a Cosenza. Gli indagati devono rispondere a vario titolo di associazione di tipo mafioso, estorsione e usura. Ma tra gli arrestati, secondo l’accusa, ci sarebbero anche i responsabili degli omicidi di Vittorio Marchio, considerato un esponente di vertice della criminalità cosentina, assassinato il 26 novembre 1999; di Enzo Pelazza, freddato il 28 gennaio 2000, e di Antonio Sassone, ucciso il 9 giugno 2000. I particolari dell’attività investigativa e i suoi risultati saranno illustrati in una conferenza stampa che si terrà in Procura a Cosenza. Pietro Ruffolo, uno dei politici cosentini indagati in uno dei filoni dell`inchiesta della Dda di Catanzaro che stamani ha portato all`arresto di 18 persone ritenute affiliate alla cosca Lanzino di Cosenza, è stato rinviato a giudizio, nell`ottobre scorso, per usura aggravata dalle modalità mafiose. In seguito alla decisione del gup distrettuale di Catanzaro (il processo è iniziato nel marzo scorso), Ruffolo si è autosospeso dall`incarico di assessore. Quell`inchiesta vede coinvolto Ruffolo non per la sua attività di amministratore pubblico, ma in qualità di ex consulente di piccole imprese dell`agenzia Unicredit di Belvedere Marittimo (Cosenza) e riguarda un vasto giro di usura che sarebbe stato gestito da altri indagati, tra i quali figurano presunti affiliati alla cosca Muto di Cetraro, una delle più potenti del cosentino. Ruffolo, così come un altro degli indagati dell`inchiesta odierna della Dda catanzarese, Umberto Bernaudo, è approdato al Pd dopo anni di militanza nel Partito socialista.
Tra gli arrestati figura anche Ninni Gagliardi, più volte candidato alle amministrative, negli anni passati, al consiglio circoscrizionale e comunale.

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