COSENZA La cooperativa si occupava dello spazzamento e della manutenzione delle strade e del taglio degli alberi. Il suo referente era Michele Di Puppo, che, però, faceva da referente anche ad altre attività. Quelle che, a Rende, portavano introiti nelle casse della cosca Lanzino. Da un lato c`erano le estorsioni, dall`altro le attività della “Rende 2000”, piccola società che stamane è diventata il fulcro delle indagini avviate dalla Dda di Catanzaro. Gli investigatori, infatti, stanno cercando di capire se i lavori affidati alla cooperativa nel corso degli anni abbiano a che fare con il (sempre presunto) sostegno elettorale a due candidati alle elezioni provinciali di Cosenza nel 2009, Pietro Ruffolo (ai tempi assessore al Bilancio del Comune di Rende) e Umberto Bernaudo (che era invece il primo cittadino). Si tratta – e questo lo hanno ribadito sia il procuratore capo, Vincenzo Lombardo, che l`aggiunto, Giuseppe Borrelli – di una pista investigativa da sviluppare, e che ieri ha portato in Comune gli uomini delle forze dell`ordine, per acquisire atti relativi ai contributi versati alla “Rende 2000”. Lo spunto è stato fornito agli inquirenti da alcune intercettazioni, nelle quali Di Puppo, senza mai interloquire direttamente con i due politici, faceva riferimento al sostegno elettorale da offrire ai candidati del Pd (poi eletti nei due collegi rendesi). È questo il punto di partenza per il filone politico di “Terminator”, nel quale la Dda di Catanzaro indaga su Bernaudo e Ruffolo per voto di scambio, concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione.
Nel decreto di perquisizione notificato stamani ai due politici contestualmente ad un avviso di garanzia, viene loro contestato di avere finanziato con risorse pubbliche la cooperativa “Rende 2000“ che secondo l`accusa era riconducibile a Di Puppo, indicato come soggetto di primo piano della cosca Lanzino. Quale corrispettivo, è l`ipotesi accusatoria dei pm Pierpaolo Bruni e Carlo Villani, i due politici avrebbero ricevuto l`impegno della cosca a procacciare voti in loro favore in occasione delle elezioni provinciali. Proprio a ridosso delle elezioni provinciali del 2009, il Comune di Rende decise di modificare l`assetto dei servizi affidati alle cooperative. Da una serie di soggetti, si optò per la scelta di una sola struttura, scegliendo la formula della società “in house” (cioè interamente partecipata dal Comune). Regista politico dell`operazione, che portò all`assorbimento di una serie di lavoratori dalle cooperative che lavoravano per l`amministrazione, fu proprio l`assessore al Bilancio, Pietro Ruffolo. E, a quell`epoca, le polemiche furono roventi, proprio per la vicinanza tra la decisione di stabilizzare i lavoratori e la scadenza elettorale. Polemiche che rischiano, ora, di finire al centro delle indagini della Dda, insieme agli atti amministrativi collegati alla procedura.
Da Rende a Piane Crati, cambia lo scenario, ma non il risultato. Anche nel centro del Savuto c`è un politico indagato. È il consigliere comunale Pierpaolo De Rose, nel mirino delle forze dell`ordine insieme con Romano Chirillo e Biagio Barbieri, ritenuti affiliati alla cosca Lanzino. Secondo l`accusa, i due, in occasione delle elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale di Piane Crati, avrebbero minacciato più elettori per indurli a votare De Rose imponendo agli stessi di apporre un segno sulla scheda per verificare che l`ordine fosse stato rispettato. È questo il dato che Borrelli ha definito «allucinante, se fosse accertato, perché un controllo del genere non esiste in rerum natura».
Ma è l`intero quadro a preoccupare il magistrato: «I clan di Cosenza hanno il controllo del voto con la capacità di determinarne i risultati». Lombardo, invece, ha sottolineato che «il condizionamento della `ndrangheta non risparmia nessun partito e si adatta sempre a quelli che sono i poteri in una determinata area». Tutte le delibere del Comune di Rende relative a finanziamenti o ad incarichi alla cooperativa “Rende 2000″ sono in corso di acquisizione da parte degli investigatori, che hanno perquisito anche le abitazioni e gli uffici dei tre politici e tutte le sedi e i locali nella disponibilità della cooperativa rendese.
Gli investigatori stanno anche cercando le schede elettorali per le elezioni comunali del 2009 a Piane Crati.
IL PRECEDENTE DI RUFFOLO
Pietro Ruffolo è stato rinviato a giudizio, nell`ottobre scorso, per usura aggravata dalle modalità mafiose. In seguito alla decisione del gup distrettuale di Catanzaro (il processo è iniziato nel marzo scorso), Ruffolo si è autosospeso dall`incarico di assessore. Quell`inchiesta vede coinvolto Ruffolo non per la sua attività di amministratore pubblico, ma in qualità di ex consulente di piccole imprese dell`agenzia Unicredit di Belvedere Marittimo (Cosenza) e riguarda un vasto giro di usura che sarebbe stato gestito da altri indagati, tra i quali figurano presunti affiliati alla cosca Muto di Cetraro, una delle più potenti del cosentino. Ruffolo, così come un altro degli indagati dell`inchiesta odierna della Dda catanzarese, Umberto Bernaudo, è approdato al Pd dopo anni di militanza nel Partito socialista.?
IL LEADER DEI DISOCCUPATI IN MANETTE
Tra gli arrestati figura anche Ninni Gagliardi, più volte candidato alle amministrative, negli anni passati, al consiglio circoscrizionale e comunale. Gagliardi è da sempre il referente del movimento dei Disoccupati. Gagliardi avrebbe effettuato, per conto della cosca, i furti delle auto che venivano adoperate per gli agguati.
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