Subito dopo la lettura della sentenza per l`omicidio di Nicola Duro, ucciso a Catanzaro nel 2010, sono andati sotto casa della compagna della vittima e l`hanno minacciata di morte con un coltello. Per il reato di violenza privata aggravata dall`uso delle armi gli agenti della Squadra Mobile di Catanzaro hanno arrestato Giovanna Passalacqua, di 65 anni, e Luigi Bevilacqua, di 39, rispettivamente mamma e fratello di Ornella Bevilacqua, condannata con altre 4 persone per l`omicidio di Nicola Duro. Secondo la ricostruzione degli inquirenti il 19 novembre scorso, a poche ore dalla lettura della decisione del gup, Giovanna Passalacqua e il figlio Luigi si presentarono sotto l`abitazione della giovane, madre di un bimbo di appena un anno avuto con Nicola Duro prima che quest`ultimo venisse brutalmente ucciso. Impugnando un coltello da cucina madre e figlio si sarebbero recati sotto casa della donna e avrebbero urlato: «Si scindi sutta ti squartu, tantu ti vidimu sula, nesci sempa da sula, quando ti viu sula ti fazzu provari u chiumbu». «In tal modo – è scritto nell`ordinanza – costringevano la donna a barricarsi letteralmente in casa e a tollerare una indebita limitazione della propria libertà personale». Un pomeriggio di terrore, un incubo terminato solo grazie all`intervento di una volante della polizia chiamata in soccorso dalla giovane donna. Nell`ordinanza emessa dal gip di Catanzaro è riportato anche il verbale reso dalla donna subito dopo le minacce ricevute. La ragazza ha spiegato agli agenti di essere stata «terrorizzata sia perché ho un bambino di appena un anno sia perché eravamo io, mia madre e mio fratello di 12 anni da soli e conosco i soggetti in questione come persone capaci di tutto». Per circa 20 minuti la ragazza è rimasta assediata nella sua abitazione, «sentivo loro che urlavano in strada, vedevo il bambino in braccio a mia madre terrorizzata e mio fratello piccolo pallido per la paura». Solo dopo l`arrivo degli agenti madre e figlio di etnia rom si sono allontanati. La paura per la ragazza e i suoi familiari non è però finita. Sono stati gli stessi poliziotti a dover accompagnare la donna in Questura per sporgere denuncia. Il verbale della giovane donna si chiude con una riflessione che fa capire benissimo il clima che si respira: «Questa sera andrò a dormire da un`amica che già mi ha detto di non dire niente a nessuno visto che anche lei ha paura di questi soggetti». Per il gip le dichiarazioni della ragazza sono «puntuali, analitiche, coerenti, costanti e pertanto devono ritenersi attendibili». Questa mattina, quindi, sono scattate le manette ai polsi di Giovanna Passalacqua e il figlio Luigi Bevilacqua. Della drammatica situazione dei familiari di Nicola Duro si era occupato nei gironi scorsi anche il prefetto Antonio Reppucci che aveva sollecitato per motivi di sicurezza il trasferimento della vedova Duro in un alloggio di edilizia popolare diverso rispetto a quello occupato attualmente. Comune e Aterp si erano immediatamente attivati per mettere a disposizione della famiglia un altro appartamento.
Secondo la pubblica accusa Nicola Duro è stato ucciso per una vendetta trasversale, ideata da una famiglia rom di Catanzaro, per lavare l`onta di una relazione extraconiugale della figlia, rimasta incinta di un minorenne con il quale avrebbe avuto una storia nonostante fosse sposata con un altro. I familiari di Donato Passalacqua, padre della ragazzina rom rimasta incinta dopo la relazione extraconiugale, sempre stando all’ipotesi degli inquirenti, avrebbero deciso di vendicarsi colpendo a morte il fidanzato di una zia del ragazzino padre del figlio illegittimo, anche lei incinta e prossima al matrimonio, e cioè proprio Nicola Duro. Per quell`omicidio il 19 novembre scorso il gup Tiziana Macrì ha condannato a trent’anni di reclusione Donato Passalacqua, la moglie Ornella Bevilacqua ed il figlio Antonio Passalacqua. Sono stati condannati a sedici anni di reclusione Samuele Pezzano e Domenico Romagnino.
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