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L`isolamento della Calabria alimenta la `ndrangheta

L’altra mattina, mentre stavo per recarmi al lavoro, la mia auto ha dato forfait. Praticamente ero a piedi e alle 10.00 dovevo trovarmi a Lamezia per un’importante conferenza stampa unitaria region…

Pubblicato il: 10/12/2011 – 17:44
L`isolamento della Calabria alimenta la `ndrangheta

L’altra mattina, mentre stavo per recarmi al lavoro, la mia auto ha dato forfait. Praticamente ero a piedi e alle 10.00 dovevo trovarmi a Lamezia per un’importante conferenza stampa unitaria regionale di Cgil, Cisl e Uil sulle ragioni dello sciopero del 12 dicembre: il primo sciopero unitario dopo anni di divisione. Ero già in ritardo. Allora, di corsa alla stazione centrale di Reggio Calabria. «Vediamo se c’è un treno», penso. Il monitor segnala l’Eurostar Reggio Calabria – Roma delle 08.55 che sosta a Lamezia. Chiamo Pasquale Larosa, mio amico, collega e compagno di viaggio d’ogni giorno, che mi consiglia di fare il biglietto fino a Gioia Tauro o, al massimo, a Rosarno. Da lì avremmo proseguito in auto. Così, vado in biglietteria. Un solo sportello attivo, lento, molto lento. La fila cresce, ma gli altri sportelli rimangono chiusi. In fila  ci si scambia qualche commento, non manca qualche battuta o mugugno. Alle 8.50 sono ancora in fila. E’ tardi, rischio di perdere il treno. Decido di fare il biglietto al totem elettronico. Digito in fretta tutte le informazioni. Ed ecco il conto: Reggio Calabria – Rosarno: 16,00 Euro. In macchina sono solo 66 km, anche se con la Salerno – Reggio in queste condizioni il tempo per percorrerli è sproporzionato, con la mia auto diesel non arriverei malgrado ciò a spendere neanche 10 euro per attraversarlo. E’ tardi: corro al quarto binario. Noto che non c’è la scala mobile, né per scendere al sottopassaggio, né per risalire al binario. Salgo sul treno, è quasi vuoto. Giustamente, con questi prezzi! Le porte di collegamento tra una carrozza e l’altra sono malfunzionanti. I bagni maleodoranti e sono solo le otto del mattino. E mi chiedo come sia possibile visto che peraltro il treno sta partendo proprio da questa stazione. Si parte con dieci minuti di ritardo. Per fortuna è una bellissima giornata: il mare è più blu del solito e mi godo il panorama dell’area metropolitana dello Stretto. Quello sì che vale il prezzo del biglietto. Ogni tanto qualche scempio qua e là, come il tempietto devastato che fa capolino nel chilometro più bello d’Italia o le case abusive, le baracche, le case a pezzi e quelle non rifinite. Poi gli aranceti di Gallico e Catona e poi ancora i treni arrugginiti e forse abbandonati tra Bolano e Villa San Giovanni.
Ci fermiamo alla stazione di Villa. La scala mobile non funziona neanche qui. Lo avevo già denunciato qualche anno fa. Quella scala continua a restare immobile. Ripartiamo e mi ritrovo a sognare tra Cannitello, Scilla, Favazzina, Bagnara, Palmi:  mare azzurro e uliveti. Ad ogni fermata mi chiedo cosa ci faranno di tutte quelle vecchie stazioni dismesse, spesso costruzioni anche belle, ma chiuse e abbandonate. Con mille associazioni senza sedi per poter svolgere attività. Il treno riparte. Alle 9.40 arriviamo a Gioia Tauro. Giù di corsa per le scale nel sottopassaggio. E di  nuovo su per guadagnare l’uscita. Anche qui solo barriere architettoniche. Praticamente la regola. Pasquale è lì ad aspettarmi. Riprendiamo l’auto. Ed al ritorno, viaggio a ritroso da Gioia Tauro. Sono le 14. La biglietteria è chiusa. Compro i giornali e mi dirigo verso il terzo binario: «Mi siederò su una panchina al sole e leggerò in attesa del treno», penso. Giù nel sottopassaggio ed eccomi al terzo binario. Mi guardo intorno. I giornali in mano. Niente panchine lungo il marciapiede tra il secondo e il terzo binario. Tutti in piedi ad aspettare: mamme con i bambini in braccio, donne in gravidanza, anziani appoggiati al bastone. E il treno non arriva. Mezz’ora di ritardo. Eccolo, si parte. Questa volta il convoglio è un po’ più affollato. È un regionale: costa di meno e marcia più lento. Si riparte, finalmente. Questa volta scendo alla stazione Lido di Reggio Calabria. Scala “immobile” anche qui. L’impressione finale è che si voglia disincentivare l’utilizzo del treno. Torno a casa. Le agenzie di stampa scrivono che il Presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti critica le decisioni di Ferrovie Italiane che stanno creando tanti disagi. Il Presidente, denunciando che da domenica prossima scompariranno anche i treni a lunga percorrenza che erano “sopravvissuti”, parla di «scelte inammissibili e punitive per la nostra regione. Un disegno che conduce all’isolamento economico ed anche fisico della regione rispetto alle altre aree del Paese», continua il Presidente, che avvisa: «Se non ci sarà una inversione di tendenza siamo pronti ad assumere iniziative anche clamorose».
Dall’inchiesta di Repubblica leggiamo che la manovra Monti ha previsto due miliardi di prossimi investimenti sui treni ad alta velocità, sì. Ma sulla Milano-Genova e sulla Brescia-Treviglio. Nodi irrinunciabili, assi strategici si dice. L’Italia proiettata su un 2012 recessivo investe sui treni profit, comprime tutto quello che è un servizio. E la prossima stagione sarà peggiore. L’insieme dei contratti di servizio che Trenitalia ha stipulato con le Regioni, validi fino al 2014, vale 2 miliardi l`anno. È molto probabile che le amministrazioni regionali non riusciranno a mantenerli. Si rischia una soppressione di treni dal 10 al 20 per cento. L’amministratore delegato di Trenitalia ha già dichiarato «che se ci saranno tagli, non dipenderanno da una scelta industriale, a noi dallo Stato direttamente non arriva niente, i trasferimenti vanno alle Regioni che ci comprano il servizio. Per avere un servizio migliore da Trenitalia con questo sistema servono più soldi. O dalle Regioni o dagli utenti (alzando il prezzo dei biglietti)». A rincarare la dose ci pensa Moretti che ha dichiarato: «Dal primo gennaio del 2012 saremo costretti a chiudere il servizio regionale, visto che il miliardo e mezzo di tagli non sono stati nemmeno compensati con la legge di stabilità. Chiederemo alle Regioni se hanno la copertura per i servizi, altrimenti non sappiamo come fare. Io ho un contratto e con quello faccio un certo numero di servizi. Se i soldi non ci sono, non so cosa fare, così non posso neanche pagare gli stipendi».?Detto questo, Presidente Scopelliti, viste le condizioni, può tranquillamente passare dalle parole ai fatti. Ma senza dimenticare che, con buona pace del Ministro Fitto, l’abbandono della Calabria da parte di Rfi e del Governo va avanti ormai da anni. Che nessuno si meravigli oggi. L’isolamento è servito già da un po’ di anni. E la ‘ndrangheta, che dell’isolamento di questo territorio si alimenta, ringrazia.

* Responsabile dipartimento Legalità
Cgil Calabria

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