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Il racconto di un agguato mortale

Il collaboratore di giustizia Marco Marino è stato sentito stamattina nel corso dello stralcio del processo a carico di Carmine Macrì che si sta celebrando davanti alla Corte d`Assise d`Appello di …

Pubblicato il: 14/12/2011 – 12:21
Il racconto di un agguato mortale

Il collaboratore di giustizia Marco Marino è stato sentito stamattina nel corso dello stralcio del processo a carico di Carmine Macrì che si sta celebrando davanti alla Corte d`Assise d`Appello di Reggio Calabria.
Macrì è imputato dell`omicidio della guardia giurata Luigi Rende, reato per il quale, in primo grado, è stato condannato all`ergastolo.
In particolare, il collaboratore Marino ha indicato i nomi dei suoi complici che, quella tragica mattina d`agosto, si trovavano all`interno del furgoncino bianco in attesa dell`arrivo del portavalori della Sicurtrasport.
«Appena arrivò il furgone siamo scesi. – ha dichiarato in aula il pentito rispondendo alle domande dell`avvocato generale Francesco Scuderi – La guardia giurata ha iniziato a sparare. Familiari è caduto a terra, io sono stato ferito al fianco mentre cercavo di scappare. Dopo ho saputo come sono andati i fatto e dell`agente di scorta ucciso. Io, Papalia e Familiari siamo stati feriti, gli altri due devono essere scappati. Da quello che ho saputo non abbiamo sparato per primi. Volevamo solo fare la rapina, non si doveva sparare».
Rispondendo anche alle domande dell`avvocato Leone Fonte, difensore dell`imputato, il collaboratore Marino ha aggiunto: «Mi è stato riferito chi ha ucciso Luigi Rende. Mi è stato detto in ospedale».
Il pentito ha fatto anche il nome di chi ha premuto il grilletto: «Papalia mi disse che a uccidere fisicamente la guardia è stato Vincenzo Violi».
E per quanto riguarda la scelta di collaborare con la giustizia, Marino ha sottolineato: «Ci sono tanti motivi per cui ho deciso di pentirmi. Ho 30 anni e spero di rifarmi una vita. Non ce la facevo più a fare quella vita. Ho avuto un conflitto dentro di me. Vorrei lasciare alle spalle gli errori che ho commesso e andare avanti».
«Ai magistrati –  ha concluso Marino – ho riferito di altre rapine per le quali non sono stato indagato o sono stato assolto».

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