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Lamezia, due fermi per l`omicidio Villella

LAMEZIA TERME La polizia ha fermato a Lamezia Terme due persone, Angela Giampà, di 68 anni, e Massimo Rondinelli, di 31, accusate di concorso nell`omicidio del pregiudicato Giovanni Villella, 31 an…

Pubblicato il: 15/12/2011 – 9:00
Lamezia, due fermi per l`omicidio Villella

LAMEZIA TERME La polizia ha fermato a Lamezia Terme due persone, Angela Giampà, di 68 anni, e Massimo Rondinelli, di 31, accusate di concorso nell`omicidio del pregiudicato Giovanni Villella, 31 anni, avvenuto il 4 giugno scorso. Il 21 giugno per lo stesso omicidio erano state arrestate altre tre persone, Jennifer Pina, moglie della vittima, Giovanni Giampà, ex calciatore professionista, della Vigor Lamezia e fratello di Angela, e Michele Dattilo. Secondo le indagini, Giovanni Giampà e Dattilo sarebbero stati gli esecutori materiali dell`omicidio. Nell`inchiesta sull`omicidio di Villella sono indagate, inoltre, altre due persone, entrambe già detenute, con l`accusa di avere nascosto le armi utilizzate per uccidere Villella. Si tratta dello stesso Michele Dattilo e di Giuseppe Falsia, 38 anni. Secondo quanto è emerso dalle indagini, Villella sarebbe stato ucciso per vendetta perché avrebbe sottoposto a violenze la moglie, Jennifer Pina, che aveva poi allacciato una relazione con Giovanni Giampà decidendo poi assieme a lui di uccidere il marito.
NASCONDEVANO ARMI CLANDESTINE Nel corso della conferenza stampa sono stati resi noti anche i particolari dell`arresto di Pasquale Carnovale e Angelo Paradiso, entrambi 25 anni e affiliati alla cosca Torcasio, sono stati arrestati a Lamezia Terme dalla polizia perché trovati in possesso di una pistola con la matricola cancellata e colpo in canna. Carnovale è nipote dei Torcasio, mentre Paradiso è legato da rapporti di parentela al boss Nino Cerra alleato con i Torcasio. I due arrestati, nel momento in cui sono stati sottoposti a controllo, erano a bordo di un`automobile a Capizzaglie, il quartiere dove domenica scorsa è stato ferito con alcuni colpi di pistola un operaio incensurato, Pasquale Saladino, e dove sono stati sparati colpi di pistola contro le saracinesche di alcuni negozi. Gli arresti sono state fatti nell`ambito dei controlli svolti per l`operazione che ha portato a due nuovi fermi per l`omicidio nel giugno scorso a Lamezia del pregiudicato Giovanni Villella. La polizia sta svolgendo indagini per accertare l`uso che i due pregiudicati avrebbero dovuto fare della pistola di cui erano in possesso. Nel corso della conferenza stampa il dirigente del commissariato della polizia di Lamezia, Antonio Borelli, ha infatti affermato che il ritrovamento di queste armi potrebbe essere in qualche modo legato a quanto accaduto nei giorni scorsi nel quartiere di Capizzaglie. Il procuratore Vitello ha così commentato i due risultati raggiunti oggi dalle forze dell`ordine: «Lo Stato c`è e sorveglia». I dettagli delle due operazioni sono stati illustrati, questa mattina a Lamezia, la vicedirigente del commissariato di polizia di Lamezia, Lucia Cundari; il sostituto procuratore Galletta e il procuratore Salvatore Vitello; e il dirigente del commissariato di Lamezia Antonio Borelli.
La polizia ipotizza che i due giovani, nel momento in cui sono stati bloccati, si accingessero a compiere una nuova intimidazione, in considerazione anche del fatto che in passato sono stati sparati colpi contro le saracinesche di alcuni negozi utilizzando una pistola dello stesso tipo di quella di cui erano in possesso Paradiso e Carnovale. «I soggetti criminali che operano a Lamezia Terme – ha detto Vitello – e coloro che pensano di vivere nell`illegalità devono sapere che noi stiamo qui e lavoriamo di continuo e con una punta di orgoglio per contrastare il malaffare. Sarebbe un errore da parte loro pensare all`impunità e alla possibilità di scorazzare per le vie cittadine sparando a destra e a manca senza timore dello Stato. La comunità civile deve sapere che noi non stiamo un attimo fermi e cerchiamo di rendere la vita dei cittadini perbene più tranquilla. I due arresti eseguiti dalla polizia sono molto importanti perché abbiamo motivo di ritenere che vi sia uno stretto collegamento tra questo fatto e le recenti intimidazioni».

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