Un incontro elettorale come tanti altri, un`occasione per fare incetta di voti. L`attuale sindaco di Roma ed ex ministro delle Politiche agricole, Gianni Alemanno, avrebbe descritto in questi termini la cena svoltasi il 3 aprile 2008 al Cafè de Paris (noto locale capitolino che successivamente si è scoperto essere nella mani del clan Alvaro) con un gruppo di persone tra cui il presunto esponente della `ndrangheta Giulio Lampada e il consigliere regionale Franco Morelli. I due sono stati arrestati il 30 novembre scorso nell`ambito della seconda fase dell`operazione “Infinito”. Assieme a loro sono terminati in carcere, tra gli altri, il fratello di Lampada, Francesco, e il giudice della corte d`appello di Reggio Vincenzo Giglio, mentre nel registro degli indagati è stato iscritto anche un altro magistrato, Giancarlo Giusti.
Alemanno è stato sentito nei giorni scorsi come testimone nell`inchiesta condotta dalla procura distrettuale antimafia del capoluogo lombardo. L`esponente politico del Pdl ha risposto alle domande del procuratore aggiunto di Milano, Ilda Boccassini, e del pm Paolo Storari. L`ex ministro, dopo aver evidenziato il fatto che a Roma ci siano almeno 500mila calabresi, ha sostenuto di aver partecipato, quella sera, semplicemente a un incontro elettorale al quale, come gli disse Morelli, c`erano due imprenditori calabresi di rilievo. Per Alemanno, quell`incontro poteva servire solo per raccogliere consensi elettorali. Il gip Giuseppe Gennari, nell`ordinanza di custodia cautelare, ha peraltro sottolineato come l`allora esponente del governo «non avesse idea alcuna di chi fossero in realtà i Lampada».
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