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Proiettili calabresi contro la manovra Minacce a politici e giornalisti

Una sigla mai apparsa, quella del sedicente “Movimento armati proletari”, per un messaggio inquietante, a sfondo terroristico, e lucidamente programmato con il manuale Cencelli in mano. Proiettili …

Pubblicato il: 16/12/2011 – 11:10
Proiettili calabresi contro la manovra  Minacce a politici e giornalisti

Una sigla mai apparsa, quella del sedicente “Movimento armati proletari”, per un messaggio inquietante, a sfondo terroristico, e lucidamente programmato con il manuale Cencelli in mano. Proiettili e minacce per tutti, a destra, al centro e a sinistra: per il presidente del Consiglio Mario Monti, ma anche per il suo predecessore Silvio Berlusconi; per il segretario del Pd Pier Luigi Bersani e per il leader udc Pierferdinando Casini; per il ministro del Welfare Elsa Fornero e per una lunga serie di direttori di giornale: Ferruccio De Bortoli (Corriere della Sera), Ezio Mauro (La Repubblica), Maurizio Belpietro (Libero), Leonardo Boriano (La Padania) e Mario Sechi (Il Tempo).
I dieci plichi sono stati intercettati al centro meccanografico delle Poste di Lamezia Terme, da cui transita la gran parte della corrispondenza spedita dalla nostra regione. Impossibile, dunque, almeno per il momento, individuare da dove siano partite le buste. Al loro interno, assieme ai proiettili, un volantino del gruppo che ha rivendicato l`azione: «Rivedete la manovra o ve la faremo pagare. La finanziaria è pronta come è pronto il loro funerale».
«Ci vedremo a Roma – prosegue il documento –. Non siamo contro le forze dell`ordine però se c`è qualcuno che vuole fare l`eroe pensi prima alla sua famiglia. È una lotta giusta e coerente contro i poteri forti a difesa della povera gente. Le misure prese per colpire sempre i più deboli non devono esser approvare se non con modifiche radicali a difendere quel poco che le fasce deboli hanno. Ma vi rendete conto che colpite gli operai con le loro
famiglie che sono già sul lastrico».
Le indagini condotte dalla polizia postale, che ha effettuato i primi accertamenti, sono state in un primo momento affidate al pm Maria Alessandra Ruberto e coordinate dal procuratore di Lamezia Terme Salvatore Vitello che in passato, quando lavorava in altre sedi, ha svolto inchieste in materia di antiterrorismo. Il fascicolo, però, è già stato trasmesso alla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, organo competente proprio in relazione alle ipotesi di reato legate all`eversione.
Negli ultimi giorni la tensione attorno al mondo politico e istituzionale italiano è salita fortemente in tutto il Paese, in coincidenza con l`avvio dell`iter parlamentare per l`approvazione della manovra del governo Monti. Quattro giorni fa, due buste, entrambe con proiettili calibro 40, erano state recapitate al ministro della Giustizia, Paola Severino e al sindaco di Roma, Gianni Alemanno. La prima è stata rivendicata da tre sigle: Fai
(Federazione anarchica informale), Fac (Federazione anticapitalista) e Br con stella a cinque punte. Quella ad Alemanno dal Nucleo Galesi per i Pac (Proletari armati per il
comunismo). Inoltre, sempre nei giorni scorsi, pacchi bomba erano stati inviati alla Deutsche Bank di Francoforte e alla sede di Equitalia di Roma, con la rivendicazione della Federazione anarchica informale. Episodi dietro i quali – sostengono gli investigatori dopo aver raccolto i primi elementi utili alle indagini – non ci sarebbe una regia unitaria.

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