MILANO A Milano non c`è una «cultura omertosa», c`è invece l`interesse della criminalità organizzata a reinvestire. Così il ministro dell`Interno, Annamaria Cancellieri, ha spiegato la situazione in città e in Lombardia dopo l`inaugurazione oggi della sede locale dell`Agenzia per l`amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Il neoministro la pensa diversamente dal procuratore aggiunto della Dda milanese Ilda Boccassini che ha, invece, già da tempo lanciato l`allarme proprio sull`omertà lombarda: «Per un anno e mezzo ho chiesto di essere informata giorno per giorno su incendi e danneggiamenti. Betoniere che andavano a fuoco, capannoni distrutti, colpi di pistola contro assessori o messi comunali, episodi concentrati in zone ben precise. Nessuno dei danneggiati ha mai fornito alle forze dell’ordine il minimo indizio, nessuno ha mai ammesso di avere ricevuto minacce». Il magistrato, che ha coordinato la maxi inchiesta “Infinito”, non si stanca di ripetere che «il silenzio è figlio della paura» in Lombardia dove «in certi paesi vicino a Milano ci sono le vedette della ‘ndrangheta che vanno in allarme all’arrivo di ogni estraneo». Per la Cancellieri l`omertà non esiste e a chi le fa notare che il procuratore Boccassini descrive una situazione allarmante proprio sotto questo aspetto, risponde: «Forse nell`imprenditoria ci possono essere state delle difficoltà. Si tratta di far crescere la volontà di reagire che comunque c`è. Bisogna dargli fiducia e reagire, reagire e reagire». Secondo il ministro, quello di oggi è stato un «rito significativo», un «segnale forte di attenzione che va nel senso della volontà di contrastare la criminalità organizzata nella sua manifestazione economica». A testimoniare l`attività in quest`area ha ricordato che «nell`ultimo biennio sono stati sequestrati beni per oltre 805 milioni e sempre in Lombardia, sono stati confiscati beni per 43 milioni».
MILANO AL QUINTO POSTO PER BENI CONFISCATI Il direttore nazionale per l`amministrazione e la destinazione dei beni, Giuseppe Caruso, ha ricordato che nella classifica degli immobili confiscati Milano è al quinto posto in Italia con l`8,5%, mentre per le società confiscate è addirittura al terzo con il 13,7%. E date le inchieste in corso «ritengo – ha aggiunto – che Milano andrà avanti in classifica». La giornata di oggi, oltre all`apertura della sede in via Moscova 47 dell`Agenzia è servita anche per la consegna ufficiale al comune di Rescaldina di una villetta di tre piani sequestrata a dei malavitosi che diventerà una residenza temporanea per i genitori di bambini in cura all`ospedale Buzzi. La Regione Lombardia ha messo a disposizione 60mila euro per togliere l`ipoteca dalla villetta sequestrata alla `ndrangheta che ora sarà gestita dall`onlus Omb, creata dal personale dell`ospedale dei bambini Buzzi. «Le istituzioni – ha spiegato il presidente della Regione Roberto Formigoni – hanno piena consapevolezza della sfida che la criminalità organizzata porta al territorio e ai cittadini e sono sempre più determinati a usare tutti gli strumenti per le azioni di contrasto». Una è la legge regionale che stanzia due milioni di euro per aiutare gli enti locali a recuperare i beni sequestrati alla mafia. «Diamo segnale di una presenza sempre più intelligente dello Stato – ha aggiunto il presidente della Provincia Guido Podestà –. Tutti operano per un taglio dei tentacoli della malabestia che è la criminalità organizzata». Nella sola Milano, ha ricordato il sindaco Giuliano Pisapia, si tratta di 97 immobili assegnati, di cui 89 affidati ad associazioni. «Dove c`è possibilità di ricchezza come con l`Expo – ha ricordato – c`è un tentativo di infiltrazione». Anche l`ex ministro dell`Interno, Roberto Maroni, ha spiegato che la sede di Milano, in un appartamento di 100 metri sequestrato a una persona condannata per concorso in riciclaggio, è stata decisa «perché qui c`è l`Expo e per dare la consapevolezza che il Nord non è immune alla presenza della `ndrangheta e della mafia». «Questo – ha proseguito l`ex ministro – è un segnale importante che si vuole combattere la criminalità organizzata senza confini». Il ministro Cancellieri ha anche annunciato che nei prossimi giorni il prefetto Gian Valerio Lombardi e i rappresentanti della società di gestione firmeranno un protocollo per controllare gli appalti e chi entra ed esce dai cantieri. «Se intendiamo come cultura omertosa – ha concluso Cancellieri –, a Milano non c`è la mafia nel senso che i cittadini non soggiacciono alle prevaricazioni e denunciano. A Milano c`è invece, come in altre parti ricche del Paese e d`Europa, perché il sistema si sta sviluppando anche in altre zone d`Europa, un utilizzo dei soldi conquistati dalla mafia nei reinvestimenti. In questo senso c`è un problema».
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