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Clan del Soveratese, sei in carcere e tre ai domiciliari

CATANZARO Sei provvedimenti di custodia cautelare in carcere, tre agli arresti domiciliari e sette scarcerazioni. È questo il bilancio delle decisioni del giudice per le indagini preliminari distre…

Pubblicato il: 19/12/2011 – 17:57
Clan del Soveratese, sei in carcere e tre ai domiciliari

CATANZARO Sei provvedimenti di custodia cautelare in carcere, tre agli arresti domiciliari e sette scarcerazioni. È questo il bilancio delle decisioni del giudice per le indagini preliminari distrettuale di Catanzaro, Antonio Rizzuti, chiamato a pronunciarsi sui provvedimenti di fermo eseguiti con l`operazione denominata “Show down” a carico di persone ritenute affiliate a un sodalizio di `ndrangheta facente capo alle famiglie Sia, Procopio e Tripodi, attive nell`area del Soveratese. Il gip ha convalidato solo due fermi, e ha emesso un`ordinanza cautelare per nove dei sedici indagati rispetto ai quali era chiamato a intervenire, mentre restano ancora da valutare le posizioni degli ultimi due destinatari dei fermi, Cristian Giuseppe Pirelli, 29 anni, Giuseppe Santo Procopio, 26, irreperibili dal giorno del blitz e tuttora attivamente ricercati. In particolare, per decisione del gip restano in cella Vincenzo Bertucci, 28 anni, Antoni oPantaleone Gullà, 44, Michele Lentini, 40, Angelo Procopio, 25, Bruno Procopio, 24, e Fiorito Procopio, 58. Arresti domiciliari per Emanuel Procopio, 30 anni, Giovanni Nativo, 28, e Francesco Vitale, 25. Mentre l`immediata scarcerazione è stata disposta nei confronti di Pietro Aversa, di 56 anni, Francesco Chiodo, 43, Pasqualino Greco, 50, Giuseppe Pilieci, 39, Francesco Procopio, 22, Giandomenico Rattà, 29, Mario Franco Sica, 57. Regge solo a metà, dunque, il vasto impianto accusatorio costruito dal sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, Vincenzo Capomolla, sulla scorta delle indagini dei carabinieri del comando provinciale di Catanzaro e della Compagnia di Soverato, nell`ambito del quale ai diciotto indagati sono contestati, a vario titolo, i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, omicidio, sequestro di persona, estorsione, rapina e ricettazione, nel quadro di una vera e propria guerra di mafia per il controllo del territorio che negli ultimi anni si è manifestata con una lunga scia di sangue.

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