Tra le gare finite nel fascicolo dell`inchiesta “Last bet 2” della procura di Cremona, ce n`è uno che riguarda la Reggina: si tratta, in particolare, della gara del 23 maggio 2010 a Grosseto. Secondo i magistrati della città lombarda, nei minuti di recupero del secondo tempo, sul punteggio di 1-2, risultato che avrebbe garantito la salvezza matematica ai calabresi, l`arbitro decretò un rigore a favore del Grosseto. Il rigorista della formazione maremmana era Filippo Carobbio, ex amaranto (militò in riva allo Stretto dal 2005 al 2007), arrestato nell`ambito della seconda tranche dell`indagine sul calcioscommesse. Il giocatore, in quella circostanza, non volle presentarsi sul dischetto. A tirare quel penalty fu Luigi Consonni che segnò. Al termine della gara, il capitano del Grosseto affermò: «Mi sono preso una grandissima responsabilità nel calciare il rigore. Diciamo che ho tolto dall`imbarazzo qualche mio compagno che non se la sentiva». Pare che Consonni, in quella circostanza, sia stato avvicinato in modo minaccioso dagli avversari e offeso da Carobbio. Dopo questo episodio, a Grosseto, circolarono voci, mai confermate, secondo cui Carobbio avrebbe puntato 5mila euro sull`1-2 quale risultato finale della gara.
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