REGGIO CALABRIA «Abbiamo deciso di procedere ai fermi e di “bruciare” la microspia ambientale a casa del boss Giuseppe Pelle perché rischiavamo di compromettere le inchieste Crimine, Tenacia e Infinito». Ad affermarlo è stato il colonnello Stefano Russo, comandante del Ros di Reggio Calabria, sentito stamattina durante il processo “Piccolo Carro” che si sta celebrando davanti alla seconda sezione penale del Tribunale di Reggio Calabria e che vede imputati il boss Giovanni Ficara, l`imprenditore Domenico Praticò e il commercialista Giovanni Zumbo. E sono state proprio per le confidenze fatte da quest`ultimo (difeso dagli avvocati Emanuele Genovese e Antonio Managò) al boss di Bovalino che avrebbero spinto la Procura ad eseguire gli arresti svelando di fatto la cimice nascosta a casa di Pelle. Nel corso dell`udienza, inoltre, il colonnello Russo ha ricostruito l`attività investigativa dei carabinieri. Il processo è stato rinviato al 10 gennaio dal presidente del tribunale Olga Tarzia.
lu.mu.
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