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Bruno (Api) tira le orecchie all`autorità portuale e propone: «Riacquisiamo la banchina»

LAMEZIA TERME «L`unica strada capace di rilanciare il porto, appare quella che passa per l`acquisizione di una parte della banchina gestita attualmente in regime di concessione attraverso una rilet…

Pubblicato il: 22/12/2011 – 16:54
Bruno (Api) tira le orecchie all`autorità portuale e propone: «Riacquisiamo la banchina»

LAMEZIA TERME «L`unica strada capace di rilanciare il porto, appare quella che passa per l`acquisizione di una parte della banchina gestita attualmente in regime di concessione attraverso una rilettura e riconsiderazione del piano industriale del terminalista». É quanto propone il senatore di Api, Franco Bruno, a supporto della propria interrogazione presentata al ministro delle Infrastrutture, Corrado Passera. Il segretario regionale del partito di Francesco Rutelli ha sollecitato l`esponente del governo Monti facendo sua la piattaforma di rivendicazioni e proposte elaborata nel recente congresso comprensoriale della formazione politica centrista, nata a seguito del forte impulso offerto dal segretario provinciale Sergio Laganà, già sottosegretario regionale per l`area portuale.
«E` ormai evidente – sostiene Bruno nell`interrogazione – come il porto di Gioia Tauro sia mantenuto ad una produttività che si aggira attorno a due milioni di teus annui, in modo da giustificare una presenza sempre importante, ma non più caratterizzata dall`obiettivo di 5/7 milioni di teus annui». Per il senatore, quindi, le potenzialità del terminal portuale sono per il momento frustrate. «D`altronde – prosegue Bruno – il terminalista Mct ha una importante presenza al porto di Tangeri Med (in Marocco, ndr) direttamente concorrente di Gioia Tauro con costi minori. Conseguentemente la forza lavoro, secondo segnali inquivocabili dell`azienda, rischia di subire una riduzione di almeno il 50%». Un vero e proprio “processo” al terminalista, quello che fa da sfondo politico all`interrogazione che prosegue chiamando in causa anche le responsabilità di altri soggetti. «Non si riesce ancora a concretizzare l`Accordo di programma quadro – rimarca – Bruno – che prevede lo sviluppo complessivo dell`area portuale e retro portuale. Il governo non ha ancora mantenuto gli impegni di finanziare l`abbattimento delle tasse di ancoraggio e delle accise per rendere maggiormente competitivo il porto e, più in generale, i porti di transhipment italiani». Nella parte finale del documento c`è qualche “tiratina di orecchie”. «L`autorità portuale – conclude Franco Bruno – intende attuare il programma di realizzazione delle opere previste dall`Apq, migliorando le infrastrutture esistenti, puntando sul gateway ferroviario per recuperare competitività logistica, ma senza voler assumere come prioritaria la costruzione di una ulteriore banchina e sud che consentirebbe l`apertura di un porto merci e crocieristico nazionale».

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