Caro Giorgio, ti do del tu anche se non ti conoscevo ma, sai com`è, ho letto il tuo nome, anzi la tua firma, centinaia di volte e ora già mi manca. Caro Bocca, sarà dura aspettare un giorno senza vedere le pagine (10?) che Repubblica ti dedicherà come giusto tributo al suo analista più lucido del ventennio berlusconiano, lo stesso che a fine anni Settanta aveva raccontato il terrorismo con gli occhi di chi era stato partigiano. Avevo un anno quando Rizzoli pubblicò “Il terrorismo italiano”, e sono nato un anno dopo la fondazione – tu eri nel gruppo eroico – del giornale di Scalfari, che solo di recente ho scoperto avere origini calabresi.
Caro Giorgio, sono nato e vivo nella regione che – campionessa nel guardare il dito mentre il saggio indica la luna – l’estate scorsa ha “animato un dibattito”, come usa dire, sul tuo ultimo libro (“Aspra Calabria”, Rubbettino) che di nuovo aveva solo la foto di copertina e la prefazione: in realtà era una riduzione del tuo “L’Inferno. Profondo sud, male oscuro”, di quasi vent’anni prima. Lucido e attualissimo quadro di un potere che si perpetuava e di pratiche che si perpetravano, non solo nell’inferno-Calabria. Di quel volume compulsavo spesso l’indice dei nomi: cercavo le tue parole su Mancini e gli altri. Domani sui giornali locali uscirà l’ultimo intellettuale da social network (Faletti e Volo unici libri letti) a dire che gettavi fango sulla nostra regione: tranquillo, è il ritornello di chi non riesce a rispondere nel merito e se la prende coi cronisti “polentoni”, ma anche calabresi eppure non allineati, quasi degli alieni per come sono diversi dai reggi-microfono o prendi-appunti locali.
Il cattocomunismo di cui parlavi nel 1978 ha creato mostri bifronti, l’attacco alla magistratura di cui parlavi nel 1978 oggi non è fatto a mano armata, il terrorismo nero e rosso di cui parlavi nel 1978 era scomodo, come lo è oggi, per alcune sinistre e alcune destre. Dell’ideologia restavano i cadaveri caldi sull’asfalto, questo è un fatto. E tu lo hai raccontato sui giornali, lo racconti anche a chi oggi può leggerti sui libri, che impolverano sugli scaffali ma sono classici, se parlano la lingua dell’intelligenza. Molti saranno ristampati, fortunatamente.
I Meridiani che raccolgono il meglio del giornalismo italiano riportano decine dei tuoi reportage, forgiati negli anni da GL (Giustizia e Libertà), giornale azionista, alla Nuova Gazzetta del Popolo, fino all’Europeo, il Giorno e l`Espresso. “Anti-italiano”? Eri “arci-italiano”, piuttosto. La pagina del Venerdì con la tua caricatura e i quadretti sull`Italietta della tv e del dopo-B. dovrà fare posto a qualcun altro che non sarà all’altezza, almeno per ora… Visto che, novantenne cuneese, amavi il vino e qualcuno malignava su questo non potendoti attaccare su altro, brindo al Maestro con un bel bicchiere di Cirò rosso. Terra sit tibi levis.
x
x