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Il calabrese che guida la crociata anti-Sanremo

«Questa clausola uccide il cantautorato. Stanno dando un messaggio sbagliato. Noi trentenni siamo la generazione di mezzo, senza lavoro e senza pensione. E ci considerano vecchi troppo prematuramen…

Pubblicato il: 03/01/2012 – 15:34
Il calabrese che guida la crociata anti-Sanremo

«Questa clausola uccide il cantautorato. Stanno dando un messaggio sbagliato. Noi trentenni siamo la generazione di mezzo, senza lavoro e senza pensione. E ci considerano vecchi troppo prematuramente, soprattutto nella musica»: è il grido di protesta di Davide Misiano, 30 anni, cantautore di Reggio Calabria trapiantato a Roma, che insieme ad altri tre over 28 (Gaetano Massaro in arte Valerio Masaro, Emil Spada e Angela Ruggiero) ha fatto ricorso al Tar del Lazio – patrocinato dall`avvocato Francesco La Gattuta e appoggiato dal Codacons – contro il bando Rai che regola l`accesso a Sanremo Giovani. «Su Facebook è esplosa la protesta contro questa manovra – spiega -. Dopo averci negato la prospettiva di un futuro, ora ci dicono di fare largo ai giovani: ma perché a 30 anni siamo già vecchi? Questa è l`età più prolifica». La protesta è contro la clausola del regolamento del Festival 2012 che pone il limite di 28 anni (29 anni non compiuti) a chi può accedere alle selezioni di Sanremo Social: la sfida su Facebook partorirà sei protagonisti (finora sono stati inviati circa 800 video, si vota fino alle 18 di domenica). Il bando, si sottolinea nel ricorso, introduce «una grave disparità» di trattamento rispetto al regolamento di Area Sanremo (promossa da Sanremo Promotion e dal Comune di Sanremo), che quest`anno porta sul palco dell`Ariston altri due concorrenti (Io ho sempre voglia e i Bidiel). Il ricorso, dunque, «eccepisce l`illegittimità dell`esistenza di due bandi diversi» per accedere al Festival: il primo con un limite di età 14-29, il secondo con un limite di età 16-36. «Per partecipare ad Area Sanremo bisogna pagare, vanno sostenute delle spese, mentre per Sanremo Social basta mandare un video su Facebook», sottolinea con forza Misiano, che ha cominciato a fare musica «a 16 anni. Sono stato in finale al Premio Mia Martini e per tanti anni, dal 1998 al 2002, ho provato a entrare all`Accademia della Canzone di Sanremo. Poi ho riprovato nel 2005. Quest`anno sono tornato. Avevo anche pronto il video, che però non ho potuto pubblicare».
Avrebbe voluto portare “Come polvere”, un suo brano, a sfondo sociale, che ha come protagonista un ragazzo che racconta come ha vissuto un abuso, una violenza. Il criterio adottato è «culturalmente ingiusto», aggiunge Misiano, che cita artisti non giovanissimi in gara tra i Giovani come Andrea Bocelli e Raphael Gualazzi: «Ha la mia età ma con questo bando non avrebbe potuto vincere e diventare un artista italiano famoso anche all`estero. Hanno cercato di giustificarsi spiegando la necessità di fare entrare più gente dei talent – rileva ancora -. Tra i Big ormai ci sono sempre i cantanti di Maria De Filippi e quindi per loro sarebbe ridicolo avere Giovani più vecchi dei Big». Ma, dice, »il cantautorato italiano vive di trentenni. E dal punto di vista legale è ingiusto che per la stessa sezione ci siano due bandi differenti con limiti d`età differenti«. Con gli altri tre colleghi, «ci siamo conosciuti in rete, ma non ci siamo mai visti di persona. Quando è uscito il bando in rete è scoppiata una forte protesta. In realtà sono stati moltissimi a contattarmi, ma si sono tirati indietro perché c`era qualcosa da spendere per l`avvocato, anche se alla fine siamo riusciti con una spesa minima». E poi svela: «Sono stato contattato anche da alcuni produttori discografici italiani, che mi hanno incoraggiato. Quindi ho chiesto loro perché anche i loro artisti non partecipavano alla nostra protesta e al ricorso. Ma hanno declinato l`invito: “Non possiamo, facciamo parte del sistema”, hanno detto».

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