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Minacce a Lopreiato, affondo di Parisi (Fnsi): «Controllati i giornalisti. E i boss?»

All’intimidazione al caposervizio della redazione di Vibo Valentia di Gazzetta del Sud, Nicola Lopreiato, sono seguiti numerosi attestati di solidarietà nei confronti del giornalista preso di mira….

Pubblicato il: 07/01/2012 – 14:03
Minacce a Lopreiato, affondo di Parisi (Fnsi): «Controllati i giornalisti. E i boss?»

All’intimidazione al caposervizio della redazione di Vibo Valentia di Gazzetta del Sud, Nicola Lopreiato, sono seguiti numerosi attestati di solidarietà nei confronti del giornalista preso di mira. Quest’ultimo ha ricevuto una lettera di pesanti minacce da parte del boss di Filandari Leone Soriano, detenuto nel carcere di Cosenza.
«Questo gravissimo episodio impone risposte concrete», sostiene in una nota il segretario del Sindacato dei giornalisti della Calabria, Carlo Parisi, componente della giunta esecutiva della Fnsi. «È proprio strano – aggiunge Parisi – questo nostro Paese. Si vorrebbe imbavagliare la stampa, mettendo sotto controllo l`informazione, ma si consente a un detenuto di scrivere e spedire tranquillamente dal carcere una lettera di minacce ad un giornalista, scomodo semplicemente perché svolge il proprio mestiere di cronista. Quando viene pubblicata qualche intercettazione o notizia ritenuta diffamatoria, redazioni e abitazioni dei giornalisti vengono messe a soqquadro dalle forze dell`ordine. Nei confronti dei giornalisti – prosegue il segretario del sindacato – si stringono, insomma, le maglie dei controlli, violando, a volte, anche i più elementari diritti in materia di segreto professionale, mentre un detenuto può concedersi il lusso di scrivere dal carcere lettere a un serio e onesto giornalista come Nicola Lopreiato minacciando pesantemente lui e la sua famiglia. È possibile e lecito?»
Parisi auspica che venga fatta «piena luce sul gravissimo episodio che dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, quanto la categoria dei giornalisti sia sotto attacco da tutti i punti di vista: dal tentativo di imbavagliarla con leggi fortemente restrittive a quello di demolirla, smantellando l`Ordine professionale e l`Istituto di previdenza dei giornalisti italiani. Il tutto mentre i poteri forti e la criminalità organizzata continuano a minacciare e condizionare l`informazione. La magistratura e le forze dell`ordine sono chiamate oggi a spiegare come sia possibile continuare a minacciare e, a questo punto, forse anche a dettare ordini, da un carcere della Repubblica Italiana».

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