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Tanti messaggi di vicinanza da colleghi e politici

«Il vile attentato che ha minacciato la vita del collega e quel che più grave della sua famiglia è il segno dell`intolleranza che sta segnando, pericolosamente, la società vibonese da qualche tempo…

Pubblicato il: 07/01/2012 – 15:55
Tanti messaggi di vicinanza da colleghi e politici

«Il vile attentato che ha minacciato la vita del collega e quel che più grave della sua famiglia è il segno dell`intolleranza che sta segnando, pericolosamente, la società vibonese da qualche tempo non nuova a questo genere di intimidazioni», si legge in una nota del presidente del Circolo della stampa di Vibo Valentia, Giuseppe Sarlo.
«Lopreiato, che si distingue per il suo coraggio professionale e in particolare per la sua ferma capacità di denuncia dell`attività delinquenziale senza rinunciare alla libertà di pensiero – prosegue Sarlo – è un giornalista di frontiera perché da decenni svolge il suo instancabile e qualificato impegno al servizio di una informazione libera e di grande aiuto sociale alla popolazione. La sua è una libertà che lo Stato ha il dovere di difendere e proteggere per garantire sicurezza, tranquillità e piena libertà di espressione».
«Occorre fare fronte comune dinanzi a qualsivoglia forma di prevaricazione che tenti di minare l`operato di chi, come Lopreiato, rende un prezioso servizio alla comunità attraverso l`informazione quotidiana», sostiene il senatore Francesco Bevilacqua, secondo cui «bisogna adottare misure volte a garantire sicurezza, legalità e presenza dello Stato, in un territorio quotidianamente vessato dalla `ndrangheta».
«Solidarietà e vicina» anche da Domenico Petrolo del dipartimento Informazione del Partito Democratico. «È un atto gravissimo che non deve passare sotto silenzio e che deve essere assolutamente condannato. In Italia, e specialmente nel sud, il lavoro dei giornalisti è fondamentale per rompere quei muri di silenzio tanto voluti e ricercati dalla criminalità organizzata. Sono molti i giornalisti costretti a rinunciare a una vita normale perché minacciati dalle cosche. È perciò necessario – aggiunde Petrolo – che lo Stato con le sue istituzioni e la società civile facciano sentire concretamente la loro presenza e il loro sostegno a chi ogni giorno con serietà e professionalità cerca di svolgere il proprio lavoro al servizio della comunità».

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