CROTONE Le cosche della `ndrangheta del Crotonese hanno tentato di uccidere il collaboratore di giustizia Luigi Bonaventura, di 40 anni, mentre era in una città dove risiedeva sotto copertura. L`episodio è stato raccontato dallo stesso Bonaventura durante un processo davanti ai giudici del Tribunale di Crotone a presunti esponenti delle cosche crotonesi. Il pentito, ex esponente della cosca Vrenna-Corigliano-Bonaventura, è stato sentito in qualità di teste dell`accusa.
«MI STAVANO FACENDO FARE LA FINE DI LEA GAROFALO» «Sono fortemente turbato da quanto è accaduto. La `ndrangheta mi stava facendo fare la stessa fine di Lea Garofalo». È quanto ha detto il collaboratore di giustizia Luigi Bonaventura nel corso della sua deposizione. Il pentito ha fatto riferimento a quanto accaduto a Lea Garofalo, la testimone di giustizia di Petilia Policastro sequestrata, uccisa e sciolta nell`acido nel novembre 2009 in Lombardia, per dare l`idea di quanto gli è accaduto. Sulle modalità e sul luogo dell`attentato il collaboratore di giustizia non ha voluto aggiungere altri particolari. Il pentito ha comunque affermato di non voler abbandonare il suo percorso di collaborazione con la giustizia. L`episodio, secondo quanto si è appreso, è stato denunciato e sono in corso le indagini da parte della Dda di Catanzaro. Il difensore di Bonaventura, l`avvocato Giulio Calabretta, ha presentato un`istanza di differimento della deposizione del pentito e ha fatto riferimento a problemi di salute del suo assistito e alla circostanza che «alcuni mesi addietro Luigi Bonaventura è stato vittima di un attentato di `ndrangheta, riuscendo a scappare per puro caso. L`episodio è stato poi denunciato – ha detto il penalista – ma la situazione resta pericolosa».
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