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Giornalista minacciato: «Vado avanti»

«Vado avanti». Giovanni Tizian nonostante le minacce non si ferma. È lui stesso ad annunciarlo questa mattina dalle colonne del giornale, la Gazzetta di Modena, con cui collabora dal 2006. Intanto …

Pubblicato il: 12/01/2012 – 11:06
Giornalista minacciato: «Vado avanti»

«Vado avanti». Giovanni Tizian nonostante le minacce non si ferma. È lui stesso ad annunciarlo questa mattina dalle colonne del giornale, la Gazzetta di Modena, con cui collabora dal 2006. Intanto la Dda ha aperto un fascicolo. «Decine di telefonate, centinaia di messaggi, mi ha chiamato chiunque: rendere pubblico ciò che mi sta accadendo ha certamente eretto un bel muro di speranza. Mi sento più sicuro – ha scritto Tizian nell`editoriale pubblicato oggi – condividere fa bene e serve a non sentirsi soli». «Uno degli attestati di solidarietà che mi ha commosso maggiormente è la campagna lanciata dall`associazione “daSud” e da Stop`ndrangheta.it, “Io mi chiamo Giovanni Tizian”. Un appello per tutelare me, ma anche tutti i giovani giornalisti precari di questo Paese». «Parlare di narcotraffico e di pizzo – scrive Tizian, che ha appena pubblicato per Round Robin un libro, “Gotica”, in cui ha raccolto la sua attività di cronista di giudiziaria e le inchieste realizzate anche con il mensile Narcomafie e Linkiesta.it – è parlare, in fondo, di una questione di ordine pubblico. Ricostruire i percorsi del denaro mafioso vuol dire demolire la facciata di legalità creata con la complicità dei cosiddetti “colletti bianchi”. Rapporti che rendono i boss invisibili e socialmente accettati. E succede così che l`apertura di un negozio etnico suscita più allarme sociale rispetto alla colonizzazione dei territori da parte delle cosche. Che in questi territori, oltre la linea Gotica si sentono forti, e protette. Tanto che vorrebbero con le loro intimidazioni bloccare i giornalisti che fanno inchieste sui loro affari. Giovani giornalisti, precari ma con una passione immensa. Che rischiano e amano il proprio lavoro, che per pochi euro, al Sud come al Nord, mettono in gioco la propria vita per far conoscere a tutti questa realtà. Giovani cronisti che vivono una doppia vulnerabilità, fisica ed economica». Tizian 29enne di origine calabrese da venti giorni è sotto scorta perché minacciato dalla criminalità organizzata a causa delle sue inchieste su casalesi, `ndrangheta e Cosa nostra, che «operano in Emilia-Romagna come se fossero a casa loro». Una vita, la sua, segnata per la prima volta dalla criminalità organizzata a sette anni, quando la `ndrangheta – il 23 ottobre 1989 – uccise suo padre, funzionario di banca, a Locri mentre tornava a casa dal lavoro.
INDAGA LA DDA La Direzione distrettuale antimafia di Bologna ha aperto un fascicolo sulle minacce al giornalista Giovanni Tizian. Secondo quanto si è appreso le minacce sono emerse nel corso di un`altra inchiesta della Procura antimafia, ma il procuratore Roberto Alfonso non conferma. «Tizian ha scritto tante cose, libri e articoli – ha spiegato il procuratore Alfonso – e qualcuno si è risentito per qualcosa che ha trattato e che lo riguardava». «Comunque siamo in una fase talmente delicata che anche Tizian non può sapere cosa è accaduto realmente». Il procuratore ha sottolineato come la risposta delle istituzioni di Modena sia stata immediata: «Si tratta di una situazione, diciamo di preoccupazione, che va salvaguardata e che richiede di agire con tempestività e prudenza».

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