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Arrestato Alfredo Ionetti, il tesoriere del "Supremo"

È ritenuto il grande riciclatore della cosca Condello. Fortissimo il suo legame con il “Supremo” per il quale avrebbe tenuto le chiavi della cassaforte della famiglia mafiosa di Archi. Un legame ch…

Pubblicato il: 13/01/2012 – 14:23
Arrestato Alfredo Ionetti, il tesoriere del "Supremo"

È ritenuto il grande riciclatore della cosca Condello. Fortissimo il suo legame con il “Supremo” per il quale avrebbe tenuto le chiavi della cassaforte della famiglia mafiosa di Archi. Un legame che, nel 2009, si è saldato con il matrimonio del figlio Daniele con Caterina Condello, figlia del mammasantissima don Pasquale.
Alfredo Ionetti è stato arrestato stamattina a Cesena dalla squadra Mobile e dalla Guardia di Finanza di Forlì. Con lui, in manette, sono finiti i figli Daniele e Paolo e la sua storica segretaria, Katia Lucchi Casadei. In sostanza, il “tesoriere” del clan continuava a gestire le aziende che gli erano state confiscate e affidate a due amministratori giudiziali Rosario Spinella e Francesco La Camera di Reggio Calabria (uno dei quali un omeopata).
Stando all`ordinanza di custodia cautelare in carcere, firmata dal gip Rita Clerici, l`anziano Alfredo Ionetti, nonostante i suoi 79 anni, «conservava un pieno potere decisionale e di direzione dell’impresa nell’esercizio del quale si appropriava dei titoli e delle somme di denaro».
Nello stesso anno in cui divenne consuocero di Pasquale Condello, il “grande riciclatore” venne assolto dal tribunale che dispose successivamente la confisca dei beni di Ionetti e l’obbligo di soggiorno a Cesena.
«È stato sempre di vecchio stampo». È questo il profilo di Alfredo Ionetti fornito nel 2002 dal collaboratore di giustizia Paolo Iannò in un interrogatorio con il pm Francesco Mollace.
Il settantanovenne non è, infatti, un semplice “contabile” al soldo del boss Pasquale Condello. Il suo ruolo impone una certa fiducia con l’ex latitante arrestato il 18 febbraio 2008 a Pellaro. Una fiducia che gli ha consentito di “volare alto” nell’organigramma del casato mafioso di Archi tanto che, ricorda Iannò, è stato proprio Alfredo Ionetti, assieme al “Supremo” e al suocero, a dargli la carica di “santista”.
Secondo gli inquirenti, don Ciccio Leonetti (così lo chiamava il pentito Iannò) spesso avrebbe accompagnato la moglie e i parenti del “Supremo” presso le banche di Cesena (dove aveva massima libertà di movimento) per svolgere alcune operazioni finanziarie che sarebbero state perfezionate anche senza i necessari requisiti di legge.
L’estrema fiducia che il boss aveva nello Ionetti è palese nel momento in cui l’intero patrimonio dell’indagato è riconducibile a Pasquale Condello. Il matrimonio di Daniele Ionetti e Caterina Condello è solo l`ultimo episodio che dimostra la vicinanza tra le due famiglie: a rendere più solida l’amicizia tra il capocosca e Ionetti c’era il forte legame tra quest’ultimo e Bruno Morabito, il suocero di Pasquale Condello
Il “ragioniere”, stando ai sospetti degli inquirenti, avrebbe trasferito ingenti somme di denaro su una miriade di conti correnti bancari considerati sicuri. La consorteria mafiosa, inoltre, investiva buona parte del provento illecito nel mattone, nell’acquisto di case e villette nel centro storico di Roma, Cesena e Reggio Calabria.
«Gli elementi di fatto compendiati nell’ordinanza nonché nelle dichiarazioni del collaboratore – è scritto nel provvedimento di sequestro che portò alla confisca dell`impero di Ionetti – evidenziano non una semplice contiguità al sodalizio criminoso ma un vero e proprio inserimento organico, protratto nel tempo e con posizioni di vertice ed essenziali ai fini dell’esistenza e del rafforzamento della cosca. A fondare il provvedimento di sequestro cautelare non è tanto (e non solo) la sproporzione dei beni rispetto ai redditi dichiarati o all’attività economica svolta, quanto alla circostanza che tali beni risultano essere frutto di attività illecita o ne costituiscono il reimpiego».

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