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Tragedia del Giglio, la testimonianza di un carabiniere calabrese a bordo

«Abbiamo vissuto scene da apocalisse. C`è stato un forte stridio seguito da un botto e, nel ristorante, solo volati piatti e bicchieri». È quanto racconta il maresciallo dei carabinieri, Giuseppe R…

Pubblicato il: 14/01/2012 – 15:29
Tragedia del Giglio, la testimonianza di un carabiniere calabrese a bordo

«Abbiamo vissuto scene da apocalisse. C`è stato un forte stridio seguito da un botto e, nel ristorante, solo volati piatti e bicchieri». È quanto racconta il maresciallo dei carabinieri, Giuseppe Romanò, 57 anni, di Paola (Cosenza), circa quanto accaduto a bordo della nave Costa Concordia. Ed aggiunge: «In tutta questa scena da apocalisse abbiamo visto poco personale di bordo ed abbiamo cercato di fare tutto da soli». Romanò ha ricevuto dai figli il regalo della crociera dopo che nelle settimane scorse è deceduta sua madre. «I miei ragazzi – ha aggiunto – mi hanno regalato questo viaggio per farmi trovare un poco di serenità dopo che nelle settimane scorse è morta mia madre. Proprio per questo motivo ero da solo in viaggio». Il naufrago ha deciso di rientrare a Paola utilizzando il treno. Dopo la prima tratta da Civitavecchia a Roma Termini ora sta per rientrare in Calabria. «Voglio rientrare il prima possibile – ha proseguito Romanò – dalla mia famiglia per riabbracciare tutti i miei cari. È stata una situazione bruttissima ed ora avverto la stanchezza fisica perché a bordo della nave ho fatto di tutto per mettere in salvo il maggior numero di persone». Il maresciallo dei carabinieri è originario di Paola, nel cosentino, ma presta servizio al Comando provinciale di Cosenza. «Dopo il primo botto – ha ricordato – il personale di bordo della nave ci ha detto che si trattava di un guasto e che dovevamo stare tranquilli. Ci siamo resi conto che c`è stata una manovra e poi abbiamo sentito un secondo botto e ritengo che in quell`istante lo scafo abbia urtato nuovamente gli scogli. Poi è andata via la luce ed il personale di bordo, finalmente, ci ha detto cosa era successo». «Un ufficiale della nave – ha concluso – mi ha chiesto di aiutare le persone. Subito dopo, con altri uomini, mi sono dato da fare per portare via il maggior numero di persone. In tutta questa scena da apocalisse abbiamo visto poco personale di bordo ed abbiamo cercato di fare tutto da soli».

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