Per una volta Leoluca Orlando non è sceso in Calabria a raccogliere informazioni sui problemi della nostra sanità. L’ ex sindaco di Palermo, oggi presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori in campo sanitario e sulle cause dei disavanzi sanitari regionali, ha partecipato con il sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza, ad un incontro pubblico promosso dal Movimento civico Lamezia 2015, sul tema “Governare le città del sud Italia” che si è tenuto ieri pomeriggio nella sala grande di Palazzo Nicotera. Ha moderato il dibattito la giornalista Rai, Anna Rosa Macrì, la quale ha subito rivolto la prima domanda a Speranza chiedendogli: «Come vuole essere ricordato da questa città?». Il sindaco di Lamezia ha risposto che vorrebbe essere ricordato come il sindaco della normalità e della semplicità di una città a rischio ed in bilico, ma che, a differenza di altre città calabresi, valorizza le cose migliori e non si arrende, inoltre è fondamentale capire che la coerenza e la dignità si dimostrano con la compostezza nei confronti di quella “politica schifezza” della Calabria e che un`amministrazione deve lavorare contro la logica del potere.
Sullo stesso tema l`onorevole Orlando ha risposto dicendo che un sindaco non può separare la vita privata dalla politica, che ha amato Palermo più di sua moglie e delle sue stesse figlie, ha dimostrato che è possibile fondare insieme radici leali ed è possibile essere orgoglioso di sentirsi palermitano. Riferendosi alle qualità che deve possedere un sindaco del sud, ha sottolineato che egli deve essere diverso dagli altri politici, si deve distinguere per l`amore che nutre verso la propria città, deve essere un punto di riferimento per un`amministrazione capace di diventare un`agenzia dell`educazione, in quanto la burocrazia comunale si adegua all`etica di chi comanda.
Rotto il ghiaccio la Macrì ha spostato il dibattito sulla ’ndrangheta e sulle difficoltà nell’amministrazione di una città dove la mafia ha dimostrato e dimostra tutta la sua capacità di controllo del territorio. Ottimista Speranza, secondo il quale in una città del sud bisogna parlare con tutti, aggiungendo di non essersi mai posto un quesito del genere, o meglio, di governare comunque chi non lo sopporta e lo ritiene un ostacolo, sentendosi il sindaco di tutti nell`interesse generale. Incalzato dalla domanda su come fosse cambiata la presenza della `ndrangheta in questa città ha risposto che, con le delibere sugli appalti, l`amministrazione ha cercato di mettere un muro alle infiltrazioni mafiose, sottolineando che non bisogna essere ipocriti in quanto la criminalità trova altre vie per ottenere i suoi scopi, bisogna essere uniti e coerenti tra i diversi livelli dello Stato altrimenti non si può fare la guerra alla mafia.
Le conclusioni sono state riservate all’ospite d’onore. Per Orlando la Calabria non è irredimibile, sempre se il cittadino si rende conto che la mafia “non conviene”. Il parlamentare di Italia dei Valori ha concluso il dibattito con una battuta: «Tutte le amministrazioni palermitane sono state oggetto di infiltrazioni da parte di personaggi mafiosi, mentre Ciancimino è stato l`unico sindaco palermitano non legato alla mafia perché, lui stesso, era sia boss mafioso che sindaco».
x
x