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REALE | Falsi certificati per i boss «Facciamo un film bellu pulitu»

REGGIO CALABRIA «Non vi preoccupate facciamo un film bellu pulitu». È la frase che il medico Francesco Moro aveva riferito al boss Giuseppe Pelle che si era rivolto al professionista per avere una …

Pubblicato il: 20/01/2012 – 8:12
REALE | Falsi certificati per i boss «Facciamo un film bellu pulitu»

REGGIO CALABRIA «Non vi preoccupate facciamo un film bellu pulitu». È la frase che il medico Francesco Moro aveva riferito al boss Giuseppe Pelle che si era rivolto al professionista per avere una certificazione sanitaria falsa che gli consentisse di evitare il carcere. Il dottore Moro è stato arrestato stamattina all`alba mentre era in servizio al Pronto soccorso 118 degli ospedali Riuniti. Con lui in manette, nell`ambito dell`inchiesta “Reale-Ippocrate” sono finiti il boss Giuseppe Pelle, la moglie del capocosca Marianna Barbaro, il figlio Antonio Pelle (classe 1987), il medico Guglielmo Quartucci e l`avvocato Francesco Marcello Cornicello del foro di Cosenza. È stato disposto, inoltre, il sequestro penale della casa per le malattie neuropsichiatriche “Villa degli Oleandri”, convenzionata con la Regione Calabria, limitatamente alle quote societarie del dottore Quartucci. L`indagine ha svelato come, nel corso degli anni, il boss di San Luca si fosse procurato una sorta di cartella clinica contenente numerosi certificati medici, funzionali ad attestare la sua incompatibilità col regime carcerario. Dal 2006, infatti, Pelle aveva cominciato a dichiarare falsamente di soffrire di una “depressione maggiore”, diagnosticatagli in più occasioni e da più medici. Certificati falsi che, già nel 2008, gli avevano consentito di essere scarcerato. Il medico Quartucci, inoltre, avrebbe favorito un suo ricovero a “Villa degli Oleandri” al termine del quale Pelle aveva ottenuto un certificato medico che attestava falsamente «una sindrome depressiva maggiore con tratti psicotici». Lo stesso Quartucci avrebbe ammesso di aver favorito il boss di San Luca perché sapeva della sua appartenenza alla `ndrangheta («mi hanno mandato da Reggio i Pelle!… Il secondo giorno venivo ammazzato…Dice che il padre, è il Vangelo, era!…la legge? Se ne frega di te!… gli dicevo: non ti visito? Che quelli il secondo giorno venivano qua e mi mangiavano»). L`impianto accusatorio si fonda anche sulle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Samuele Lovato, un tempo affiliato al clan Forestefano operante nell`alto cosentino. Quest`ultimo ha riferito ai magistrati reggini i meccanismi che si nascondevano dietro i ricoveri presso “Villa degli Oleandri” di soggetti legati alla `ndrangheta. È Lovato, infatti che spiega come «la depressione è una di quelle patologie astratte… e in secondo luogo che tu non sai mai dire che uno sta fingendo o non sta fingendo. E non è una patologia tipo un braccio rotto che tu dici se è guarito». I dettagli dell`operazione, eseguita dal Ros, sono stati illustrati stamattina nel corso di conferenza stampa alla quale hanno partecipato anche il procuratore capo Giuseppe Pignatone e il vicecomandante del Ros Mario Parente. «È stata eseguita la quarta puntata della vicenda “Reale” che prende spunto dalle intercettazioni ambientali captate a casa di Giuseppe Pelle – ha esordito Pignatone –. Al centro dell`indagine due medici e un avvocato. È emerso lo strumento con cui la `ndrangheta cerca di sottrarsi al carcere accampando pretestuose e inesistenti ragioni di salute. Questa esigenza di documentare le condizioni non idonee al carcere viene programmata nel lungo periodo. E c`è uno studio attento delle malattie che si prestano alla bisogna. Una di queste malattie è la depressione che era di moda anche a Palermo diversi anni fa. È una malattia che si presta magnificamente se è supportata da una serie di documentazioni che servono a convincere il perito dell`incompatibilità dell`arrestato con il sistema carcerario. I carabinieri hanno accertato la predisposizione di una certificazione medica falsa». Secondo il generale Parente si è trattato di «un`attività tecnica particolarmente importante tanto da riuscire non solo a documentare gli interessi della cosca Pelle, ma anche gli interessi nel mondo politico e universitario e nell`ambito della medicina. In particolare è emersa la possibilità di disporre di medici compiacenti che consentivano la precostituzione di vere e proprie cartelle cliniche. Le indagini hanno accertato come il capocosca avesse nel tempo rapporti consolidati con un medico dell`area che già in passato era stato, assieme al fratello, oggetto di indagini dell`Arma perché sospettato di essere un favoreggiatore della cosca. Per quanto attiene alcuni aspetti di dettaglio, una delle caratteristiche era quella di incidere sull`aspetto psichico del soggetto perché si tratta di patologie non facilmente dimostrabili. Nel contesto dell`attività è stata accertata anche la vicenda di un ex appartenente alla polizia di Stato imputato per l`omicidio della moglie. In quel caso, il medico non ha documentato la guarigione del soggetto». «Abbiamo trovato 135mila euro a casa di un professionista che sono stati sequestrati – ha aggiunto il comandante provinciale dei carabinieri Pasquale Angelosanto –. L`altro aspetto di “Reale” è che l`inchiesta ricorre in tutte le più importanti indagini recenti sulla `ndrangheta». «C`è stato un approfondimento successivo all`intercettazione a casa di Pelle – ha sottolineato infine il colonnello Stefano Russo –. C`era un contatto strettissimo tra il boss con Moro che era disponibile ad accertare falsamente le condizioni di salute di Pelle».
Il medico-psichiatra in servizio nel carcere di Cosenza, Giuseppe Moro, è indagato nell`ambito dell`inchiesta nella quale è finito in manette il fratello di Francesco. Secondo l`accusa, Giuseppe Moro avrebbe redatto falsi certificati in favore del boss Giuseppe Pelle. Tra gli indagati in stato di libertà, raggiunti da informazione di garanzia emesse dalla Dda di Reggio Calabria figurano anche Rosaria Quartucci, sorella di Gugliemo, l`altro medico arrestato. La donna è direttore sanitario di “Villa degli Oleandri“ e avrebbe firmato varia documentazione a favore di Giuseppe Pelle. L`ultimo indagato è Mario Puntillo, dipendente della Telecom, al quale si era rivolto Guglielmo Quartucci nel tentativo di accertare se le sue utenze telefoniche fossero sottoposte a intercettazione.

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