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REALE | Il medico, il boss e il politico. Gli squali che si muovono nella zona grigia

Per stare nella zona grigia – e starci da persona tenuta in conto – bisogna sapersi muovere come squali tra sanità, `ndrangheta e politica. Ambiti in cui gli equilibri sono sottili. Eppure, ognuno …

Pubblicato il: 20/01/2012 – 12:56
REALE | Il medico, il boss e il politico. Gli squali che si muovono nella zona grigia

Per stare nella zona grigia – e starci da persona tenuta in conto – bisogna sapersi muovere come squali tra sanità, `ndrangheta e politica. Ambiti in cui gli equilibri sono sottili. Eppure, ognuno degli attori di questa vicenda ha uno scopo. E ciascuno serve all`altro per arrivare alla meta, e all`altro è indissolubilmente legato. Giuseppe Pelle ha bisogno di procurarsi una via di fuga dalla cella che non gli permette di partecipare ai summit mafiosi in cui si decide il destino criminale di un pezzo di Calabria. A Guglielmo Quartucci servono agganci per farsi sentire alla Regione: deve avere fondi dal dipartimento Salute, deve capire come andrà a finire la storia del ridimensionamento dei posti letto nell`Azienda sanitaria di Cosenza. È preoccupato per il futuro della sua clinica-azienda offerta alle `ndrine come stamperia di certificati medici falsi.
Ovviamente, Pelle non può aiutarlo direttamente. Ma c`è un politico – uno dei tanti, troppi che hanno frequentato la casa del boss prima delle ultime regionali – che fa al caso suo. E il caso vuole che sia anche un collega. Il medico Vincenzo Cesareo, uno che le forze dell`ordine tengono d`occhio da anni, va a casa del boss e gli rivolge una di quelle frasi che gli si ritorceranno contro per il resto della sua vita (pubblica): «Siamo come fratelli». Punta al sostegno elettorale delle cosche. E conta già, invece, su quello di Quartucci. Alle elezioni, Cesareo si candida nella lista “Socialisti uniti – Psi per Scopelliti presidente”. Ma il vento del cambiamento di cui si fa portatore sa tanto di vecchie logiche clientelari e rapporti con gli “amici degli amici” nei corridoi della Regione.
Per l`antimafia reggina fra Quartucci e Cesareo «vi era una chiara comunanza di interessi: infatti, nei pochi mesi in cui le utenze in uso al Quartucci erano sottoposte ad intercettazione telefonica (precisamente, da maggio a settembre 2010), venivano captate oltre 700 telefonate tra il Quartucci ed il Cesareo e spesso le conversazioni avevano ad oggetto i problemi economici in cui versava “Villa degli Oleandri”».
Ecco il punto: i fondi per la clinica. Ed ecco svelato ciò che manca del meccanismo. C`è il boss che chiede un favore al medico, il medico che ricambia e il comune amico (che chiede voti a entrambi) che si offre per chiudere il cerchio grazie ai suoi buoni uffici alla Regione. È l`oceano in cui nuotano gli squali: sanità, `ndrangheta, politica e un mucchio di soldi.
Lasciamo parlare le carte: «Quartucci, tramite Cesareo, cercava di avvicinare dei funzionari dell`Asp di Cosenza per chiedere l’accelerazione del pagamento di mandati a beneficio della sua casa di cura ovvero per contattare personaggi politici tramite i quali evitare che “Villa degli Oleandri” fosse coinvolta nei tagli alle spese proclamati dal nuovo presidente della giunta regionale, nell’ottica del piano di risanamento della sanità regionale». Il «buongiorno, porco», con cui Quartucci saluta Cesareo è indice di familiarità ma non è la vetta più bassa nell`eloquio del medico (quella la riserva a una funzionaria dell`Asp che ostacola i pagamenti). Il politico, davanti alle sollecitazioni dell`amico, gli promette «che sarebbe intervenuto immediatamente tramite alcune amicizie che aveva presso quegli uffici (“Adesso … stamattina, stamattina, stamattina intervengo immediatamente, immediatamente… Ma proprio immediatamente… Ah! Ora, ora chiamo… adesso me la vedo subito immediatamente io stamattina.”) e che a breve gli avrebbero corrisposto una somma pari a € 536.000,00 euro (“Ti devono pagare. Ti faccio vedere come mi arriva la lettera di cinquecentotrentamila euro … tre… trentaseimila euro te li pagano immediatamente…”)».
Cesareo è a suo agio in casa di un boss della Locride e negli uffici dell`Asp di Cosenza. E non solo. Il dominus di “Villa degli Oleandri” ha bisogno di aiuto anche sul fronte politico («quando andiamo a Catanzaro noi?»): «In quei giorni, infatti, la Regione Calabria doveva decidere in merito ad una drastica riduzione dei posti letto delle strutture sanitarie accreditate e Quartucci rappresentava anche tale questione a Cesareo, il quale rispondeva che si sarebbe rivolto a un amico che poteva vantare amicizie con personaggi importantissimi della politica regionale e nazionale (“è un amico intimo di Scopelliti di tempi di An… è uno che fa politica… ha un movimento che là a Milano… era, prima era con la Santanchè… ora è con Fini di nuovo … non … non ci sono problemi. Ok?”)». Da Cetraro a Milano (che ritorna in maniera sempre più frequente nei fatti politico-mafiosi di Calabria) e ritorno. Ma il centro degli affari sono gli assessorati. Se hai un amico lì, tutto è possibile. E Quartucci vorrebbe che il suo amico fosse “promosso”. Dunque, gli chiede «se ci fossero novità in merito ad un importante incarico (“a tutti quanti hanno dato incarichi, commissioni, questo, quello e quell’altro… e a te niente?”); il direttore dell’ospedale di Praia a Mare, allora, confidava a Quartucci che a quel suo amico voleva chiedere anche la cortesia di essere nominato direttore generale (“io devo andare a fare il direttore generale, Guglielmo, non ti preoccupare di questo!”) e che anche personaggi molto influenti del Pdl cosentino, come i fratelli Gentile, si erano mostrati disponibili in tal senso: “tanto i Gentile, i Gentile vogliono pure, non ce li ho contro e… per cui la cosa è fattibile, tranquillamente”. Quindi il Cesareo palesava le sue aspirazioni: scalare i vertici dell’Asp di Cosenza e fare piazza pulita di tutti quelli che si mettevano di traverso (“Che ce li togliamo a tutti a questo turno va!”)». E Quartucci risponde: «Speriamo». Come si conviene tra “compari”.

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