di Paolo Pollichieni
Con buona pace di chi si è affannato in queste settimane per smentire il lavoro dei cronisti del “Corriere della Calabria”, la notizia è ufficiale e adesso può essere anche strillata: il ministero dell`Interno ha disposto l`accesso agli atti dell`Amministrazione comunale di Reggio Calabria, ritenendo concreto il pericolo che la sua attività possa essere condizionata da interessi mafiosi. La conferma ufficiale giunge mentre il governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti, si lancia, in quel di Lamezia Terme, nel suo ennesimo attacco a testa bassa contro la «stampa deviata» che in Calabria fornisce notizie avvelenate e non veritiere. Un assunto, questo, che siamo pronti a sottoscrivere ma per ragioni esattamente opposte a quelle lamentate da Scopelliti. Se occorreva l`ennesimo esempio di quanto sia timorosa, deviata e deviante gran parte dell`informazione made in Calabria, infatti, lo hanno fornito in queste settimane proprio le performance dei comunicatori più coccolati dal potere politico, che prima hanno negato la notizia di un imminente accesso antimafia, poi hanno annegato in un mare di condizionali le conferme che arrivavano ed infine hanno tentato di stabilire che la non completata nomina dei commissari che dovranno condurre l`accesso significasse che quell`accesso non era stato deciso. Festa finita per i supporter, tutt`altro che disinteressati, del “Modello Reggio”: la notizia ha avuto adesso la sua conferma ufficiale e, ripetiamo, può essere strillata. Con questa verità dovranno confrontarsi non solo quegli operatori dell`informazione che fin qui hanno dato una mano a mettere la polvere sotto il tappeto rispetto alle gravi verità che circondano gli ultimi dieci anni di vita dell`Amministrazione comunale in Reggio Calabria, ma anche quello stuolo di politici che seguitavano e seguitano nel loro assordante silenzio. Comprensibile quello del centrodestra, non giustificabile quello dei falsi oppositori di centrosinistra. Riposizionata al centro la verità documentale dei fatti, possiamo tornare con la serena coscienza di chi ha solo fatto il suo dovere, al quotidiano lavoro di cronisti scomodi. Non abbiamo mai inventato nulla, ogni inchiesta da noi trattata, ogni fatto narrato, ogni notizia fornita ha sempre avuto conferma documentale ed ufficiale: è stato così per i complimenti farlocchi che l`Unione europea non ha mai rivolto alla Giunta regionale; è andata così per le continue censure mosse dal tavolo Massicci alla gestione della Sanità targata Scopelliti; è stato così per i progetti truffa approvati nei settori del turismo e dello sviluppo industriale; è stato così per la gestione dell`emergenza rifiuti. E conferme sono state sempre incamerate anche rispetto alle gravi disfunzioni denunciate nell`inquinamento del mare. Così come conferme sono venute sui coinvolgimenti della politica calabrese nelle indagini di Torino, Genova e Milano. La verità non è facile da comprimere, neanche per chi recluta giornalisti a decine, apre uffici stampa in continuazione, manipola il settore dell`editoria contrabbandando servigi con cronache ossequiose ed usando la carota della pubblicità istituzionale ed il bastone dell`allontanamento coattivo dei cronisti scomodi. Se ne facciano una ragione tutti. Da Scopelliti a chi sta con Scopelliti ed a chi fa finta di opporsi a Scopelliti. E se ne facciano una ragione anche quanti quotidianamente invece di raccogliere la Notizia cercano di spingerla col piede ai bordi della strada, fuori dalla visuale dei cittadini.
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