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Il leader calabrese dei "forconi”: «Sono fascista ma qui non ci sono tessere»

I “forconi” sono sbarcati in Calabria. Da questa mattina centinaia di tir bloccano le più importanti arterie stradali della regione. Sono bastate poche ore per far scattare la psicosi, pompe di rif…

Pubblicato il: 23/01/2012 – 17:30
Il leader calabrese dei "forconi”: «Sono fascista ma qui non ci sono tessere»

I “forconi” sono sbarcati in Calabria. Da questa mattina centinaia di tir bloccano le più importanti arterie stradali della regione. Sono bastate poche ore per far scattare la psicosi, pompe di rifornimento e supermercati sono stati presi letteralmente d`assalto. Leader della protesta in Calabria è il crotonese Umberto Mellino, è lui ad aver firmato, come responsabile per la Calabria del movimento dei forconi, la richiesta in Questura per il presidio di Passovecchio, alle porte di Crotone. Noto negli ambienti della estrema destra, figlio di un imprenditore edile, in queste ore  fa da portavoce alle istanze dei manifestanti. La sua presenza non fa che aumentare i sospetti su una regia “nera” della protesta. Per molti a tirare le fila sarebbe Forza Nuova. Raggiunto telefonicamente Mellino esordisce: «non ho nessuna tessera, io sono un fascista, il mio punto di riferimento è Giovanni Gentile, il creatore delle leggi che sono basilari per il popolo».
Quindi è una protesta della destra?
«Quì non ci sono partiti o bandiere. Noi siamo uomini del popolo, siamo la gente che ha fame. Non vogliamo neanche i sindacati. Da questo momento saremo noi a sederci ai tavoli istituzionali, le sigle hanno fallito, si sono solo interessate alle poltrone e non ai bisogni della gente. Non ci rappresentano più. Che non provino a infiltrarsi nella protesta, qualcuno è già stato preso a calci nel culo».
Cosa chiedete?
«Vogliamo interventi per ridurre il caro benzina, eliminare l`Imu sui terreni. La nostra proposta è quella di tornare alla lira per sanare il debito pubblico»
Non le sembra quantomeno anacronistico?
«Noi siamo lo Stato. Monti non capisce niente di economia, mira solo a togliere ai poveri per dare ai suoi amici banchieri. Questa volta però ha davanti gente preparata, noi conosciamo l`economia reale e i bisogni di chi lavora».
In Sicilia si è lanciato l`allarme per la possibilità di infiltrazioni di esponenti della criminalità organizzata
«Sono tutte balle, lo dicono perché hanno paura ora che il popolo si è alzato. Qui ci sono polizia, carabinieri, guardia di finanza, se ci fossero mafiosi ci avrebbero già arrestato tutti. I veri criminali sono gli industriali. Dovrebbero essere al nostro fianco e invece ci stanno isolando».
Adesso cosa farete?
«Siamo in costante contatto tra di noi, andremo avanti fino a quando non avremo risposte, vogliamo pane, lavoro, dignità. Continueremo a lottare contro la corruttela politica»

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