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Omicidio Aversa vent`anni dopo Una riflessione stimolata dal Coisp

Sulle indagini per l`omicidio del sovrintendente della polizia Salvatore Aversa e della moglie Lucia Precenzano, uccisi 20 anni fa (il 4 gennaio del 1992) a Lamezia Terme, «sono state costruite ing…

Pubblicato il: 23/01/2012 – 20:04
Omicidio Aversa vent`anni dopo Una riflessione stimolata dal Coisp

Sulle indagini per l`omicidio del sovrintendente della polizia Salvatore Aversa e della moglie Lucia Precenzano, uccisi 20 anni fa (il 4 gennaio del 1992) a Lamezia Terme, «sono state costruite ingiustamente delle carriere e l`ingiusta teoria dell`eroina Rosetta Cerminara. Ma nessuno, tranne alcuni giornalisti, ha fatto autocritica». A dirlo è stato il responsabile della sede Ansa della Calabria, Filippo Veltri, intervenendo ad un incontro promosso dal Coisp per ricordare quel delitto e consegnare 26 borse di studio intitolate alla memoria di Aversa ad altrettanti studenti figli di poliziotti. Veltri – che di quell`omicidio e delle successive indagini fu cronista e per questo invitato dal Coisp – ha poi citato un passo di un articolo scritto recentemente dal direttore del Quotidiano della Basilicata, Paride Leporace, anch`egli cronista di quei fatti: «Aversa – ha scritto Leporace – era un investigatore che usava metodi forti anche con le donne dei boss, nessun privilegio per loro, capaci di prendere il comando quando i loro uomini finivano in galera. Da qui la decisione di trucidare anche la moglie del poliziotto: altre riflessioni mancate per femministe, sociologhe e professioniste dei seminari sulla legalità nelle scuole».
Veltri ha anche ricordato i colloqui avuti all`epoca dei primi processi con l`avvocato Armando Veneto, difensore di uno dei primi due imputati, poi assolti, Giuseppe Rizzardi (l`altro, Renato Molinaro, è morto). «Continuava a ripetere – ha detto Veltri – di non sposare la tesi della supertestimone eroina e che il suo assistito era innocente. Ed ai miei appunti che diceva così perché era appunto il difensore, Veneto, rispondeva sempre: non è così, leggete le carte, leggete le carte e la verità verrà fuori». Veltri, infine, ha sottolineato la necessità che finisca la fase «dell`antimafia a giorni alterni, quella dei luoghi comuni. Serve un`antimafia senza formalismi, ma soprattutto serva un impegno quotidiano da parte di tutti, quello che ci metteva Aversa nel suo lavoro». L`incontro, al quale hanno partecipato i tre figli dei coniugi Aversa (Walter, Paolo e Giulia) è stato aperto dal segretario regionale aggiunto del Coisp Vincenzo Albanese, che ha evidenziato il dispiacere per la mancata detenzione dei killer dei coniugi Aversa, due esponenti della criminalità organizzata pugliese, rei confessi e collaboratori di giustizia. Il questore di Catanzaro, Vincenzo Roca, ha citato un passo dell`Eneide («Così si va alle stelle») per sottolineare il valore di «tutti quegli eroi senza volto che sono gli agenti che quotidianamente svolgono con impegno e dedizione il loro lavoro ma i cui volti diventano noti solo quando perdono la vita per motivi di servizio». Il sindaco di Lamezia Terme Gianni Speranza, ha evidenziato come l`Amministrazione voglia «rinsaldare il legame con le forze di polizia. Un rapporto di cui la città ha bisogno anche per affrontare le difficoltà che stanno davanti a noi. Quello di oggi – ha aggiunto – non deve essere solo un momento celebrativo ma anche quello per segnalare la preoccupazione per gli ostacoli enormi che ci attendono e quindi la necessità di intraprendere un cammino di riscatto per ottenere una vita migliore di quanto non lo sia stata in passato». Una testimonianza personale di Aversa è giunta dal consigliere comunale Francesco Grandinetti, che ha ricordato quando Lamezia era terra di sequestri di persona ed il sovrintendente della polizia lo seguiva per vigilare sulla sua sicurezza di ragazzino. «Aveva capito che c`era qualcosa – ha aggiunto Grandinetti – e infatti pochi mesi dopo fu rapito mio nonno». Dal vicepresidente di Confagricoltura Catanzaro, Rocco Mazza, è invece giunto un invito affinché «l`antimafia di parola lasci il posto a quella dei fatti». Il capo gabinetto della Questura Nicola Miriello, che giunse a Lamezia Terme come giovane funzionario poche settimane dopo il delitto, ha rimarcato come «la luce dell`esempio di Aversa non è venuta meno in chi lavora nel commissariato ma ciò non basta, serve l`impegno di tutte le componenti della società».
Il senatore Luigi De Sena, ex vicecapo della polizia e prefetto di Reggio Calabria, dopo avere dato ragione a Veltri auspicando che il sistema «impari a fare autocritica e ad evitare che in futuro si possano evitare certi percorsi», ha poi evidenziato come «si pretendono atti di eroismo da chi denuncia fatti di criminalità ma poi li si lascia soli. Bisognerebbe aprire un dibattito in tempi rapidi per raggiungere ad un sostengo vero per i denunziati». L`onorevole Doris Lo Moro ha parlato di Aversa «come una storia esemplare. Ma quel che è sconvolgente è che nel 2002 il Comune è stato sciolto nuovamente per mafia. Il che significa che la chiarezza non è stata mai praticata. In una società in cui si parla di antiracket e poi non c`è una denuncia di estorsione significa che la società civile deve svegliarsi e dire no all`ipocrisia diffusa». Un monito alla società civile è venuto anche dall`onorevole Mario Tassone, secondo il quale c`è «una criminalità che si annida negli uffici e nelle istituzioni e che grazie alla copertura del perbenismo è ancora più pericolosa». «Aversa – ha detto il deputato Italo Bocchino – è stato ucciso perché sul lavoro era intransigente e particolarmente ligio al dovere. Un atteggiamento che non tutti hanno, in ogni settore della nostra società. Il problema da debellare è l`enorme area grigia che fa finta di non vedere». I lavori sono stati conclusi dal segretario nazionale del Coisp Franco Maccari, che ha rimarcato come «l`intransigenza di Aversa deve essere la linea di condotta delle categorie che rappresentano i cittadini, siano esse di natura politica, sindacale ed altro ancora. C`è la necessità di dare la scossa ad una parte maggioritaria della popolazione silente perché come anestetizzata».

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