Da oggi la politica italiana ha i suoi nuovi Messner. Nulla a che vedere con l`impegno ecologista dell`esploratore altoatesino: le neopromesse dell`alpinismo dialettico di casa nostra sono i campioni dello scopellitismo duro e puro che, dopo aver superato i limiti, apparentemente invalicabili, del comune pudore, adesso sono riusciti nella difficilissima impresa di scalare la vetta del senso del ridicolo.
I fatti sono noti. Con una delirante e intimidatoria nota apocrifa, adesso sottoposta all`attenzione della magistrura, un sedicente gruppo di consiglieri provinciali reggini ha posto al presidente dell`ente, Giuseppe Raffa, e all`assessore alla Cultura, Eduardo Lamberti Castronuovo, l`aut aut: “O con noi, o contro di noi. O con Scopelliti o nemici della città” (e della provincia). Il casus belli è stato rappresentato dal fatto che Lamberti, in rappresentanza di Raffa, abbia rivolto un saluto istituzionale, udite udite, alla presentazione di “Casta calabra”, il libro del direttore del Corriere della Calabria, Paolo Pollichieni, che da prima di Natale è in vetta alle classifiche di vendita nella nostra regione. Un volume che mette a nudo le poche virtù e i tanti vizi della politica calabrese, tout court considerata. All`iniziativa, volutamente bipartisan, avrebbe dovuto partecipare lo stesso Raffa, il cui forfait ha visto Lamberti fare le veci del presidente per evidenti ragioni: chi più titolato dell`assessore al ramo ed editore si sarebbe potuto proporre come interlocutore del mondo dell`informazione?
E invece no. Il ragionamento fatto dagli alpinisti del ridicolo suonava più o meno così: Lamberti al tavolo con quei “cialtroni” di Fierro, Pollichieni e compagnia? Apriti cielo. E così, da un`email non istituzionale, su carta non intestata, senza firme in calce ma con una generica indicazione dei presunti gruppi che avrebbero firmato quel documento, è arrivato un avvertimento dallo stile chiaramente omertoso e vagamente minaccioso: Raffa e Lamberti, chiarite o siete fuori. Entrambi.
Peccato, però, che gli spregiudicati ideatori di quella “brillante” nota siano stati talmente avventati da dimenticarsi di chiedere, alle persone in nome delle quali firmavano, il permesso di farlo. Così, un`immediata smentita è arrivata dai consiglieri provinciali dell`Udc, che, uno alla volta, hanno categoricamente escluso di aver sottoscritto alcunché; vieppiù un comunicato sconclusionato come quello che, riferiscono i soliti beninformati di Piazza Italia, potrebbe essere stato pensato e forse anche redatto a qualche centinaio di metri di distanza dal palazzo della Provincia, secondo consolidata prassi.
Poi è avvenuto il “chiarimento” all`interno del Pdl, con tre consiglieri su cinque che hanno precisato pubblicamente che non hanno mai firmato nulla, né autorizzato nessuno a farlo in nome e per conto loro, né avrebbero dato il placet alla pubblicazione di quella nota se ne fossero stati messi al corrente. Fin qui le carte e le dichiarazioni ufficiali.
Nella sostanza, al di là delle dichiarazioni di facciata, l`intera vicenda appare come un goffo tentativo di cogliere più piccioni con una fava: creare un nuovo problema a chi, come Raffa e indirettamente Foti, non riconosce né un`autorevolezza politica, né un`autorità morale alla parte del centrodestra che fa capo agli attuali vertici della Regione; mandare un avvertimento a Lamberti, spiegandogli che integrità morale, onestà intellettuale e apertura al confronto democratico sono optional tutt`altro che indispensabili in questa politica calabrese; e, perché no, cercare di screditare un libro di cui, da un mese a questa parte, sono state vendute migliaia di copie. Un`operazione presto scoperta perché le bugie, come si diceva un tempo, “hanno le gambe corte”. Resta l`amara presa d`atto che, oggi, la politica è questa: falsità, menzogna, imbroglio, mistificazione della realtà ai confini del penalmente rilevante. Così, nonostante gli sforzi prodotti dagli scalatori del ridicolo, c`è ben poco su cui ironizzare. Anzi, per dirla con Troisi, non ci resta che piangere.
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