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LUCE NEL BOSCO | Un summit mafioso per scegliere il sindaco

GEROCARNE Il Comune di Gerocarne lo gestivano le cosche. L`ipotesi dei magistrati della Dda di Catanzaro trova sostanza nelle carte analizzate dal giudice per le indagini preliminari, nelle interce…

Pubblicato il: 25/01/2012 – 18:34
LUCE NEL BOSCO | Un summit mafioso per scegliere il sindaco

GEROCARNE Il Comune di Gerocarne lo gestivano le cosche. L`ipotesi dei magistrati della Dda di Catanzaro trova sostanza nelle carte analizzate dal giudice per le indagini preliminari, nelle intercettazioni e nelle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia. Le indagini fanno risalire il tentativo (riuscito) di infiltrazione alle elezioni amministrative del 2005. Lo scopo – non è una novità – è quello di «piegare l’attività politico-amministrativa al soddisfacimento degli esclusivi interessi della cosca». Non si fanno patti con la `ndrangheta, se non con una conseguenza, «la “garanzia”, da parte degli organi politici, di poter gestire in modo “privato” gli appalti pubblici». Secondo gli investigatori, l`uomo del clan era Michele Altamura, «assessore anziano presso il comune di Gerocarne (…) pienamente a disposizione della cosca a favore della quale si adoperava per garantire l’assegnazione dei lavori pubblici indetti dall’amministrazione di appartenenza». Non era sufficiente, così l`uomo «diviene candidato della stessa cosca in occasione delle elezioni comunali dell`aprile 2005».
Il collaboratore di giustizia Enzo Taverniti fornisce riscontri alle ipotesi dei magistrati, spiegando «bene l’interesse degli appartenenti al “Locale” dell’Ariola a sostenere figure di comodo nelle elezioni comunali, indicando la lista elettorale capeggiata da Altamura Michele come quella da sostenere». Alla scelta del candidato, secondo Taverniti, si era arrivati in «una riunione alla quale avevano partecipato i soggetti appartenenti alla citata “società”, indicandoli in “Antonio Altamura, Nino Cutrullà, Vincenzo Bellissimo, Nino Chiera, Ilario Chiera, Giovanni Chiera, che è un altro figlio di Chiera Ilario, Bertucci Leonardo, Gallace Giovanni (genero di Antonio Altamura), Altamura Nazzareno, Emanuele Gaetano, Emanuele Bruno, Bartone Enzo”». Un summit mafioso tra gli uomini di rispetto della zona per incoronare il nuovo sindaco, nipote del capo del locale.
Il collaboratore di giustizia dice di aver partecipato attivamente alla campagna elettorale: «Allora, io ero quello che girava i voti, cosa che mi è stata detta da Antonio Altamura». Ciò che per gli inquirenti è chiarissimo è che l`ex sindaco «è parte integrante del progetto pianificato dallo zio Antonio,  tendente a far crescere politicamente il nipote – allora laureando in Architettura – con il sostegno degli appartenenti alla cosca». Lo stesso Taverniti viene intercettato al telefono mentre, parlando con il futuro sindaco (che all`epoca – nel 2004 – era assessore, ndr) «riferisce il proposito di aggiudicarsi, attraverso la compiacenza di alcune ditte edili, la gara d’appalto relativa alle opere fognarie da realizzare nel comune di Gerocarne«. Cosa che puntualmente accade. Nella chiacchierata tra “compari” spunta anche il nome del resposabile dell`Ufficio tecnico del Comune. In quel caso è l`assessore a rassicurare Taverniti: «Fino a prova contraria lo abbiamo chiamato noi al Comune». Tanto per chiarire, una volta in più, che le infiltrazioni sono a tutti i livelli delle amministrazioni pubbliche.

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