ROMA Nonostante «l`incessante ed encomiabile impegno delle forze dell`ordine e dei magistrati inquirenti», dai vari distretti giudiziari «giungono anche questo anno allarmanti rilievi circa la capacità operativa ed espansiva del crimine organizzato sull`intero territorio nazionale e all`estero». Lo sottolinea – a proposito di mafia, camorra e `ndrangheta – il primo presidente della Cassazione, Ernesto Lupo, nella sua relazione per l`inaugurazione dell`anno giudiziario dando atto del ruolo di «prezioso coordinamento delle indagini» svolto, nella guerra ai clan, dalla Direzione nazionale antimafia guidata da Pietro Grasso. Sul fronte della lotta alla mafia, viene rivolto un apprezzamento a Confindustria siciliana per l`adozione di «codici etici» miranti a espellere gli imprenditori che trattano con i clan. «Un mutamento importante», rileva la relazione, «sebbene non sia ancora alto il numero degli imprenditori che risultano avere aderito all`iniziativa». «Inquietante» viene definito quanto accade in Lombardia «per l`opera di infiltrazione nell`economia legale, nell`imprenditoria e nella mediazione finanziaria». Veneto, Lazio e Liguria si segnalano per «l`avvio di attività con reimpiego di capitali illeciti». Analizzando la crescita delle propaggini della camorra, la relazione rimarca come «infiltrazioni si sono registrate nella capitale e nei territori di Latina, Gaeta e Cassino». Della `ndrangheta si menziona «la forte capacità di penetrazione in regioni quali la Lombardia, dove l`alveo primario di interesse è costituito dai settori dell`edilizia e di servizi per l`ambiente e la sanità». Ma le indagini hanno dimostrato insediamenti delle `ndrine – leader nella fornitura di droga dal Sudamerica – in Veneto, Emilia Romagna e Toscana.
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