La Procura di Catanzaro ha chiuso le indagini nei confronti delle dieci persone coinvolte nell`inchiesta sul ferimento di un giovane di 28 anni davanti al centro sociale “La Riscossa” di Catanzaro, avvenuto il 30 ottobre 2010. Manca ancora però un tassello fondamentale: non è stato, infatti, identificato l`autore materiale dell`accoltellamento. Nessuno, tra i protagonisti di quella serata, ha voluto o saputo fare il suo nome e nessuno è stato in grado di fornirne una descrizione che consentisse agli investigatori di risalire alla sua identità.?Grazie alle indagini della digos e alle intercettazioni ambientali e telefoniche il pm Alessia Miele è riuscita comunque a ricostruire i fatti di quella sera. Per l`accusa fu il gruppo di giovani militanti dell`estrema destra a passare davanti alla sede del centro “Riscossa”. Prima i cori di scherno, poi un mattone lanciato contro la finestra del luogo di ritrovo dei ragazzi della sinistra catanzarese. Le due fazioni entrarono a contatto in una violenta scazzottata. Solo più tardi, invece, per gli inquirenti venne organizzata «una vera e propria spedizione punitiva nei confronti dei giovani del collettivo Riscossa», che si concluse con l`accoltellamento del ventottenne, raggiunto da due fendenti alla schiena sferrati da qualcuno la cui identità resta tuttora ignota. Sono stati proprio i dialoghi captati tra gli indagati a consentire questa ricostruzione dei fatti. Ora i dieci indagati hanno venti giorni di tempo per depositare una memoria difensiva o chiedere di essere interrogati. Scaduto il termine il pm potrà decidere di avanzare la richiesta di rinvio a giudizio all`ufficio gip del capoluogo calabrese.
x
x