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Calabria centro della protesta

Il video dell`autotrasportatore (auto)crocifisso allo svincolo di Montalto ha fatto il giro del web in poche ore. I camionisti bloccano alcuni svincoli sulla Salerno-Reggio Calabria e minacciano di…

Pubblicato il: 26/01/2012 – 17:37
Calabria centro della protesta

Il video dell`autotrasportatore (auto)crocifisso allo svincolo di Montalto ha fatto il giro del web in poche ore. I camionisti bloccano alcuni svincoli sulla Salerno-Reggio Calabria e minacciano di proseguire a oltranza, mentre gli scaffali nei supermercati si svuotano progressivamente (ma non si può ancora parlare di problemi nell`approvvigionamento dei beni di prima necessità).
LA PROTESTA PARLA CALABRESE Tra i blocchi disseminati in tutta Italia (ma soprattutto al Nord e al Sud, perché in Centro i problemi sono ridotti) c`è un trait d`union molto calabrese. Il settimanale “Panorama”, che ha raccontato la protesta, ha raccolto le testimonianze dei trasportatori più attivi sui blocchi sparsi nel Paese. In Piemonte, uno dei referenti della protesta è Luciano Iaropoli, presidente di Trasportounito di Alessandria. Ha 35 anni ed è di origine calabrese. Coordina al telefono le operazioni e i blocchi. E, sempre al telefono, predica sangue freddo. Panorama lo segue proprio nel giorno in cui un collega muore ad Asti, investito da una camionista tedesca. Sui presidi piemontesi l`atmosfera è tranquilla, mentre al Sud è stato diverso. E Iaropoli ha una spiegazione: «L`atmosfera è molto più pesante perché la gente è stata presa in giro dalle altre associazioni. Ci sono state assemblee nelle quali i segretari delle grosse sigle sindacali hanno dovuto chiamare la polizia per poter tornare a casa». Anche a Tortona, il dialetto calabrese è (quasi) la lingua ufficiale della mobilitazione. Giorgio Gurnari è un leader dal fare molto pratico. Ha 52 anni ed è di Taurianova. Si mette davanti a ogni autotreno che passa dalla statale. Gli chiedono spiegazioni più o meno in tutte le lingue e lui risponde in stretto dialetto calabrese. Dice che i camionisti non sono lì per chiedere la luna, ma vogliono solo sopravvivere. E spiega che la loro protesta non c`entra nulla con la politica.
SCACCO IN UNA MOSSA La crisi della benzina che sta mettendo in ginocchio la Calabria ha un luogo d`origine ben preciso: Vibo Valentia. È lì che la protesta dei “forconi” calabresi ha sferrato l`offensiva principale. A Vibo Marina, infatti, sono ospitati i depositi dell`Eni che riforniscono di carburanti la gran parte delle stazioni di rifornimento calabresi. In questa zona i presidi sono diventati blocchi. Le cisterne che dovrebbero trasportare benzina e gasolio restano, almeno per il momento, all`interno della struttura. La Prefettura di Vibo Valentia, in netto ritardo rispetto agli altri uffici territoriali della Calabria, solo questa mattina ha istituito l`unità di crisi composta dai rappresentanti delle forze di polizia nonché dalla polizia provinciale e da quella municipale di Vibo Valentia. Un momento d`impasse dovuto, probabilmente, al recente incarico affidato al prefetto di Vibo Luisa Latella come commissario straordinario al Comune di Palermo. E le altre prefetture tentano di arginare i danni nei loro territori. Solo il prefetto di Catanzaro Antonio Reppucci si è detto pronto «a intervenire ed anche a scortare le autobotti per rifornire i distributori di carburanti, ma – ha aggiunto – qualcuno ce lo deve chiedere». In attesa si va avanti con interventi tampone per le situazioni più a rischio. Mezzi di soccorso e trasporti pubblici, non senza difficoltà, stanno riuscendo a rifornirsi. Appiedati sono finiti anche i magistrati dell`antimafia catanzarese. Per non far saltare i processi nei tribunali del distretto la Procura ha chiesto l`applicazione dei pubblici ministeri del posto. Per evitare il consumo di carburante sono stati ridotti anche gli spostamenti dei magistrati sotto scorta.
INTERVIENE LA POLIZIA Il questore di Catanzaro, Vincenzo Roca, ha emesso un provvedimento di diffida per la rimozione del presidio degli autotrasportatori attuato a Botricello, in provincia di Catanzaro. La decisione è stata assunta dopo che, questo pomeriggio, due camion che trasportavano rifiuti e che erano scortati dalle forze dell`ordine, sono stati danneggiati mentre transitavano sulla strada statale 106. A quel punto, anche se i danneggiamenti erano limitati, il questore e il prefetto Antonio Reppucci hanno concordato la necessita` di rimuovere il presidio per scongiurare altri episodi simili. Polizia e carabinieri stanno provvedendo in questi momenti a fare allontanare i tir dalla zona.
STRAORDINARI PER L`UFFICIO DEL COMMISSARIO Rimarranno aperti anche sabato e domenica gli uffici del Commissario delegato per l`emergenza rifiuti in Calabria. La decisione fa seguito alla situazione venutasi a creare, riporta una nota, «per lo sciopero degli autotrasportatori e le conseguenti problematiche che si sono create nel settore della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti. Quest`Ufficio ha informato le Prefetture e le Questure della Calabria della situazione in atto ed ha messo in moto un circuito, in collaborazione con le aziende, per tenere aperte le discariche». «Dopo quattro giorni di fermo – prosegue la nota – è naturale che il settore faccia registrare delle situazioni particolari. Pur tuttavia, per agevolare la soluzione delle stesse, l`Ufficio del commissario resterà aperto anche nelle giornate di sabato e domenica, presente il commissario Vincenzo Speranza, per mettere in campo tutte le soluzioni finalizzate a risolvere i problemi. È ovvio che per il ritorno alla normalità servirà qualche giorno, ma per quanto di competenza quest`ufficio dà assicurazione ai cittadini calabresi che si sta lavorando con il massimo dell`impegno per fare fronte alle esigenze segnalate anche dai Comuni, in linea con il particolare input, a tal riguardo, del governatore della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti».

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