CATANZARO Proseguono le indagini della Dda di Catanzaro per fare luce sulle lettere intimidatorie che, lo scorso 31 gennaio, sono state intercettate al centro meccanografico delle poste di Lamezia Terme. Missive contenenti minacce e proiettili, indirizzate al ministro del Lavoro, Elsa Fornero, alla presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, e ai segretari di Cgil e Cisl, Susanna Camusso e Raffaele Bonanni. Sui proiettili, in particolare, sono stati disposti dai magistrati gli accertamenti balistici. L’attività investigativa sul gesto, rivendicato da un sedicente “Fronte rivoluzionario”, è condotta dai magistrati antimafia del capoluogo, competenti in materia di antiterrorismo, ed è confluita nel fascicolo che nel dicembre dello scorso anno fu aperto in seguito a un analogo episodio: dieci buste con proiettili e un volantino, firmato dallo sconosciuto “Movimento armati proletari”, destinate al presidente del Consiglio Mario Monti, all’ex premier Silvio Berlusconi, ad altri esponenti politici e ai direttori di alcuni quotidiani nazionali.
Negli ambienti investigativi si ritiene che i due episodi siano collegati e debbano essere considerati nell`ambito un`unica strategia. Il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, e il sostituto, Carlo Villani, stanno valutando anche il contenuto delle minacce e l’attendibilità delle sigle utilizzate. Gli inquirenti stanno cercando di accertare se siano dei gruppi realmente esistenti oppure se si tratti solo di nomi di fantasia.
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