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I dimenticati di Polia: a due anni dalla frana ancora nessuna risposta della Regione

POLIA Sono passati quasi due anni dall’evento franoso che ha interessato il territorio di Polia, pregiudicando il collegamento stradale tra le frazioni del piccolo Comune vibonese. All’indomani del…

Pubblicato il: 03/02/2012 – 16:40
I dimenticati di Polia: a due anni dalla frana ancora nessuna risposta della Regione

POLIA Sono passati quasi due anni dall’evento franoso che ha interessato il territorio di Polia, pregiudicando il collegamento stradale tra le frazioni del piccolo Comune vibonese. All’indomani dell’evento calamitoso, verificatosi il 9 febbraio 2010, la Provincia si è attivata immediatamente per realizzare un percorso alternativo in attesa che la Regione intervenisse per il necessario e più impegnativo intervento strutturale destinato a ripristinare le condizioni di sicurezza e viabilità sull’arteria principale, interrotta dallo smottamento che interessò un intero costone di montagna, in località Ponte Scuro, tra le frazioni Cellia e Trecroci e – trascinando a valle un considerevole tratto di strada provinciale – ha, di fatto, isolato parte del Comune creando disagio all’intero abitato e rendendo difficili le comunicazioni con le realtà circostanti.
Sino ad oggi, però, non c’è stata risposta alle reiterate istanze dell’amministrazione comunale e dei cittadini, che scontano gravi disagi in termini di mobilità. Di qui la lettera inviata recentemente al presidente della Regione Giuseppe Scopelliti dall’assessore comunale di Polia, Domenico Amoroso, al fine di sollecitare un intervento risolutivo.
Amoroso scrive che «l’amministrazione provinciale di Vibo Valentia e il suo presidente in prima persona, nell’imminenza del fatto hanno celermente provveduto ad alleviare, nei limiti del possibile, gli enormi comprensibili fastidi alla popolazione poliese, in buona parte invecchiata e, quindi, assai più bisognosa. Assieme agli altri colleghi amministratori- scrive l`assessore –, ho preso contatti con il commissario straordinario delegato per l’emergenza idrogeologica nella nostra Regione il quale, pur rendendosi perfettamente conto della gravità della situazione, ha dichiarato la sua impossibilità a provvedere a causa della insussistenza, all’attualità, dei necessari fondi».
Secondo Amoroso, «i cittadini iniziano a non credere più alle nostre parole quando, scoraggiati e delusi, ricevono, di rimando, tali risposte. Urge intervenire con sollecitudine per sbloccare, ad ogni livello, le risorse destinate alla difesa del suolo: non è più arginabile quel comprensibile senso di sconforto e di sfiducia che attanaglia una comunità che, avvilita, inizia a maturare il convincimento di essere stata lasciata sola».
Dal 9 febbraio 2010 – incalza – nulla «è più come prima: dal non facile trasloco degli alunni della scuola secondaria di I° grado all’impossibilità per un automezzo, già di medie dimensioni (autobus, camion, mezzo di soccorso), di raggiungere la frazione Trecroci e la contrada Lia; dal reale danno economico alle attività produttive alla fondata preoccupazione degli abitanti l’area in frana per la tutela della propria incolumità. Questo grave ed allarmante stato di malessere mortifica una comunità di gente operosa che, con coraggio, ha scelto di restare, di non abbandonare il borgo natio, di portare avanti, faticosamente, le speranze e le ambizioni dei propri padri».
Per Amoroso «non può essere, ora, un intervento di mitigazione del rischio frana, già quantificato con l’Accordo di programma tra la Regione Calabria e il ministero dell’Ambiente del novembre 2010 nell’importo di 700mila euro, a dover segnare le sorti, in negativo, di un’intera collettività!». Infine l`appello al governatore, di cui si invoca un «deciso intervento, come chiave di volta di uno sforzo unitario e risolutivo per il ripristino dei collegamenti in paese, per l’ottenimento della pace sociale e, più in generale, per le esaustive risposte che si devono alle popolazioni amministrate».

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