REGGIO CALABRIA Nella migliore delle ipotesi, l`intervento del Comune di Reggio Calabria sulla finanza derivata è tardivo. L`opinione di Demetrio Naccari Carlizzi arriva dopo l`ennesima polemica sulle casse di Palazzo San Giorgio. L`ex assessore regionale al Bilancio parte da un esempio: «È istruttivo verificare cosa sia successo nelle dirimpettaie Taormina e Messina, che hanno concluso contratti di swap analoghi a quelli di Reggio e con la stessa banca. A Messina è scattata un’operazione della magistratura denominata “Over the counter” che ha portato già in fase di indagini preliminari al sequestro preventivo di 20 milioni di euro ai danni delle banche e all’emissione di diversi avvisi di garanzia per truffa aggravata per i dirigenti del Comune e delle banche». E a Reggio com`è andata? «A Reggio – spiega Naccari – complice il clima, il sindaco dopo 7 mesi di silenzio ha deciso….. di decidere. Poteva, a seconda delle risultanze, citare amministratori e banche in giudizio e chiedere un congruo risarcimento, denunciare le banche, negoziare un’uscita dagli swap. Non poteva in altri termini non prendere una decisione». E quella che ha preso ha un corollario preoccupante: «Ha preso la decisione di negoziare sulla base della consulenza Pozzuoli, sicuramente espertissimo in materia visto che è stato chiamato per questo, ma che noi reggini conosciamo perché in piena campagna elettorale è venuto a Reggio a dirci quanto era sano il bilancio del Comune di Reggio. Complimenti vivissimi». Un dubbio pesante, sulle capacità di valutazione dell`esperto. C`è poi, al solito, il capitolo della trasparenza: «Nella delibera di autorizzazione alla chiusura dello swap viene citato il prospetto riassuntivo inviato dalle banche (nutriamo grande fiducia) che ancora non è stato consegnato ai consiglieri di opposizione nonostante la richiesta. Ancora nella delibera si dice che l’attuale turbolenza dei mercati rende incerta la dinamica e pericoloso mantenere tali contratti. Ebbene questa è una vergognosa menzogna infatti tutti sanno che è proprio la recessione che stiamo vivendo ad aver determinato un abbattimento dei tassi di interesse e limitato i danni per gli enti pubblici che hanno contratto swap. Nella conferenza stampa in sostanza la si è buttata come al solito in politica. Non è dato di sapere né come stiano realmente le cose nella dinamica dei contratti dal 2002 ad oggi. Strano che il Comune parli di swap dal 2004 ad oggi». Tardivo e incompleto, dunque, l`intervento di Demetrio Arena. Mentre c`è solo una certezza, e cioè che «la “fuoriuscita” da tali strumenti finanziari derivati è atto conseguenziale e dovuto da parte dell’ente a seguito delle irregolarità e dei rischi riscontrati dagli ispettori nella verifica del luglio 2011 e della deliberazione numero 607 del 2011 della Corte dei conti».
Naccari ripesca brani della relazione degli ispettori ministeriali, nei quali «si evidenzia che a fronte di flussi positivi previsti e realizzati per 4 mln di euro nei primi anni di sottoscrizione dei derivati il Comune di Reggio Calabria avrebbe dovuto affrontare, negli anni successivi al 2011, un forte impegno finanziario sino a conclusione degli stessi derivati. Nel mentre siamo obbligati a fare ironici complimenti per l’investimento a perdere che era stato fatto sul futuro, casualmente coincidente con lo scadere del doppio mandato del sindaco di allora, viene da domandarsi se la “disponibilità” delle banche non potesse essere monetizzata diversamente come hanno fatto tutti giustamente in Italia». Nessun trionfo per la maggioranza, solo un atto dovuto: «La rescissione dei contratti stipulati con le banche, considerata la dinamica dei tassi di interesse (attualmente favorevoli per colpa della crisi), è stata una scelta obbligata in quanto incompatibile con le previsioni di legge e con i rilievi formulati dagli ispettori e perfino dalla Corte dei conti. In caso contrario ci sarebbero state specifiche responsabilità erariali a carico degli amministratori. Quando alla Regione abbiamo fronteggiato la questione swap, contratti dalla giunta regionale precedente, abbiamo citato le banche per 52 milioni di euro oltre il danno ulteriore emergente dalla perizia che avevamo richiesto. Scegliemmo l’avvocato che aveva già vinto analoga causa per il Comune di Milano con un risultato finanziario a favore del Comune enorme. Collaborammo con il giornalista de Il Sole 24 ore che riuscì a scoprire alcune dazioni illecite di denaro milionarie. Producemmo un primo esposto alla procura della Repubblica di Catanzaro». Giusto per sottolineare la differenza rispetto alle «manifestazioni di giubilo da Agliano, orgoglioso assessore della Fallara e di Scopelliti. Mi chiedo se essi abbiano un quadro della situazione o se sono solo state spontaneamente portate ad inventarsi un motivo per celebrare qualcosa. In effetti questa giunta deve proprio inventarseli. Il problema è che mi sembra ormai troppo pretendere che qualcuno possa credergli».
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